Schlein, la mamma “comasca”: «Elly vuole cambiare il Pd, è tosta»

Il personaggioMaria Paola Viviani Schlein, ex docente dell’Insubria, a Como, dove ha anche retto le sorti della facoltà di giurisprudenza, racconta i suoi figli: Elly, candidata alla guida del PD, Susanna, prima consigliera dell’ambasciata italiana ad Atene, e Benjamin, docente di fisica e matematica a Zurigo

Elly Schlein si è candidata a guidare il Partito Democratico, mentre sua sorella Susanna è finita al centro di un attentato terroristico. Per la mamma, Maria Paola Viviani Schlein, queste sono ore di grande apprensione, ma le storie e l’impegno dei suoi figli sono anche fonte di grande orgoglio.

La professoressa di diritto Viviani Schlein ha per molti anni insegnato all’università dell’Insubria a Como. All’ombra di Sant’Abbondio ha anche retto le sorti dell’allora facoltà di giurisprudenza. Elly, Susanna e il fratello Benjamin, docente di fisica e matematica a Zurigo, sono cresciuti a Lugano. Il padre ha insegnato all’università americana in Svizzera, mentre la mamma cattedratica milanese ha contribuito alla fondazione dell’ateneo metà comasco e metà varesino.

Autonoma e indipendente

Per Elly, lanciata ai vertici del Pd, sono giornate movimentate. «Sta facendo la sua battaglia, il coraggio non le manca – racconta la professoressa – vuole i cambiare il Partito Democratico, in modo diverso da come altri vorrebbero lecitamente fare. È una competizione a tutti gli effetti e anche chi perde può aggiungere qualcosa alla comunità. Elena si è presto innamorata della politica. Era partita per studiare arte a Bologna e nonostante una forte propensione per la regia ha svoltato in fretta verso la giurisprudenza. Con i collettivi universitari ha mosso i suoi primi passi nei movimenti, si è presa a cuore certi argomenti, certe lotte. Poi alle elezioni regionali in Emilia ha preso tantissime preferenze, volendo da vice presidente sbarrare il passo alla destra più arrogante unendo un fronte ampio. Dopo un primo mandato in Europa si è fermata, ha rinunciato ad una seconda possibile rielezione. Credo non sia da tutti. Adesso la sua priorità sono i democratici». Qualche big all’interno del partito è pronto ad appoggiarla, altri da fuori sono al contrario pronti ad attaccarla per affondare definitivamente la nave Dem. «Mia figlia è autonoma e indipendente, rimarrà sempre e nonostante tutto fedele alle sue idee – spiega Viviani – è bene che lo sappiano i big dei democratici come pure i tanti avversari. Elena non si farà mai domare da nessuno. È la mia figlia più giovane, ha 37 anni. L’ho avuta tardi, sono stata una mamma anziana. Suo fratello è nato dieci anni prima e Susanna sette».

L’attentato

«Ho sentito subito Susanna il mattino dell’attentato – racconta Viviani – certo la notizia fa paura, ma lei mi è parsa serena, di sicuro intenzionata a proseguire nel suo lavoro ad Atene. I giornali e le forze dell’ordine nelle prime ore hanno inseguito la pista anarchica, ma la matrice e le responsabilità non sono così chiare. Se si trattasse di un colpo anarchico sarebbe comunque il tentativo criminale di condizionare il lavoro della magistratura greca, alla luce dell’atteso processo di un importante detenuto. Susanna, comunque, ha scelto: rimarrà ad Atene».

Prima consigliera dell’ambasciata italiana ad Atene, Susanna Schlein, è stata svegliata in piena notte da un forte esplosione. È stata data alle fiamme sotto casa un’automobile della sua famiglia. Era posteggiata sotto al porticato dell’appartamento, dove passano i tubi del gas. In casa Susanna dormiva con il marito e i figli. Poteva insomma essere una strage. La notizia ha fatto il giro d’Europa. «Susanna è coraggiosa – racconta ancora Viviani – da ragazza dopo scienze politiche ha tentato con successo il concorso in magistratura e poi ha iniziato la sua carriera professionale. Dal 2004 è entrata in diplomazia».

Le figlie di Viviani sono sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali. «Sono una madre orgogliosa – commenta ancora la professoressa - i miei figli mi hanno reso fiera. Certo è chiaro adesso sono anche preoccupata. Ma da quel che leggo e da come li sento si stanno tutti facendo con disciplina onore. Lo posso dire oggi, guardando a quanto hanno già dimostrato. Perché prima, nonostante tutto l’amore, non ci sono mai garanzie. Non si può dire da genitori a priori se i figli saranno o meno bravi durante il loro cammino futuro. Oggi, invece, io lo so con certezza».

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