
Cronaca / Como città
Sabato 13 Settembre 2025
Scuola al via senza telefoni, per gli studenti: «Una follia»
Prima campanella Fuori dal Volta il tema è tra i più discussi dai ragazzi. L’appello: «Piuttosto insegnateci a usarlo bene. Così è tutto molto forzato»
Como
Fuori da scuola, i “primini” sono sempre un po’ titubanti. Nuova classe, nuovi compagni, nuovi professori, un mondo da scoprire e l’impazienza di crescere. I colleghi più grandi cercano con lo sguardo gli amici che non vedono da tempo, elettrizzati per quest’altro inizio, tra un abbraccio e un pizzico di emozione, anche se qualcuno che sbuffa un po’ c’è sempre, ora che le vacanze sono finite. E poi i maturandi, che vivono il loro ultimo primo giorno di scuola, felici da una parte e malinconici dall’altra.
Le prime battute fuori da scuola
È suonata ieri la prima campanella per quasi tutti gli studenti degli istituti comaschi, non solo per quanto riguarda le superiori, ma anche per elementari e medie. Se per i più piccoli la gioia prevale sull’emozione - che vivono invece i genitori – i grandi si ritrovano a fare i conti con tante novità, prima tra tutte il divieto di usare il cellulare. Ieri mattina non si parlava d’altro. «È andato tutto bene, anche se ci sono tante nuove regole e cambiamenti – ammettono Caterina Patregnani, Beatrice Angelini e Martino Fumagalli, studenti al quinto anno del Volta -. Il divieto assoluto di usare i cellulari non lo capiamo, è un po’ antiquato, non permette di fare molte cose. Ad esempio i moduli di Google, noi spesso cercavamo documenti su Internet anche su richiesta dei docenti, ora non possiamo farlo perché non abbiamo la connessione. Non possiamo usare i cellulari nemmeno all’intervallo. Una prof voleva farci fare un’attività sull’Intelligenza artificiale, ma in questo modo non sarà possibile. I telefoni devono rimanere spenti nello zaino, si accendono solo usciti dalla scuola. Se ti beccano a usarlo una volta c’è la nota, la seconda si va dalla preside, la terza c’è la sospensione e la quarta a discrezione del consiglio, che può essere la non ammissione all’esame. Per il resto la scuola è sempre quella, hanno già spiegato e abbiamo già da studiare».
Un gruppo di studenti di quarta, di cui omettiamo i nomi perché ancora minorenni, ammette che «poteva andare meglio. Siamo partiti subito con greco e latino, abbiamo corretto i compiti. Divieto dei cellulari? Una follia. Il concetto è giusto, ma almeno all’uscita e all’ingresso dovremmo potere. Non ha senso toglierlo, se mai insegnateci a usarlo bene. Io – interviene uno di loro - l’anno scorso ho speso 500 euro per un tablet che ora non posso usare. In prima e seconda avevo il raccoglitore disordinato, ora invece con il tablet è meglio. Alla fine questo ha deciso il ministro, non si può non aderire. In teoria nemmeno in gita si potrebbe usare. Tutto molto forzato. Un approccio sbagliato con ragazzi della nostra età, abituati a un’altra cosa, ottieni l’effetto opposto».
Il messaggio della nuova preside
Qualche giorno prima dell’inizio, la nuova preside Barbara Pintus ha mandato un messaggio a studenti, famiglie e personale scolastico: «II mio impegno è orientato a offrire un percorso di apprendimento di qualità, inclusivo e sicuro per ogni studente. Gli obiettivi sono tesi a garantire pari opportunità di successo per tutti, stimolare curiosità, pensiero critico e capacità di affrontare positivamente eventuali problemi, cosi da promuovere benessere responsabilità civica. Per metterci in condizione di sentirci tutti parte di una comunità viva e coesa dovremo rafforzare la collaborazione tra famiglia, scuola e comunità locale, valorizzando il ruolo di ognuno nel processo educativo e nel percorso di crescita degli studenti».
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