
Cronaca / Como città
Martedì 15 Luglio 2025
Scuola “riaperta” dal Tar, il sindaco: «Edificio marcio. Chi ne risponde?
Il caso Rapinese dopo la bocciatura su via Perti e asilo di via Volta: «C’è un tema di sicurezza, per i giudici non va bene usare una delibera di giunta. Peccato che l’abbia chiesto la Provincia»
«Mi stanno obbligando a tenere aperte scuole marce». A dirlo è il sindaco Alessandro Rapinese (di rientro da un viaggio istituzionale a Tokamachi per i cinquant’anni di gemellaggio con la città giapponese), che ieri pomeriggio ha fatto un sopralluogo proprio alla scuola di via Perti raccontando di muri crepati e secchi per le infiltrazioni. Scuola che, con l’asilo Carluccio, è stata “riaperta” dal Tar. In entrambi i casi i giudici hanno accolto i ricorsi dei genitori parlando di «illegittimità degli atti adottati dalla giunta comunale per difetto assoluto di competenza».
E proprio su questo punto il sindaco chiama in causa l’amministrazione provinciale, parla di situazione «kafkiana», si dice «estremamente preoccupato per la sicurezza» e avverte che l’effetto della sentenza del Tar non riguarda solo il Comune di Como, ma tutta la provincia e oltre. «Per quale motivo il Tar ha bocciato le nostre chiusure di via Perti e di via Volta? - spiega Rapinese che, per la prima volta, commenta la doppia sconfitta - Semplicemente perché abbiamo rispettato alla lettera quanto la Provincia di Como ci ha ordinato come da sempre, il Comune di Como fa, ovvero che “tutte le giunte dei Comuni coinvolti deliberino la modifica alla rete scolastica citando nelle premesse del provvedimento il parere espresso dalle scuole”». Questo riferimento si trova nella comunicazione inviata da Villa Saporiti a tutti i sindaci nel luglio 2024 per pianificare la riorganizzazione scolastica dell’anno 2025-26.
«Comico poi è il fatto che uno dei ricorrenti lavora in Provincia a stretto contatto con il presidente e che il presidente ci abbia intimato di fare ciò che poi il Tar ha ritenuto illegittimo. Quindi è scemo Rapinese che ha fatto ciò che gli ha chiesto Fiorenzo Bongiasca o semplicemente Bongiasca ha ordinato a Rapinese, e a tutti gli altri oltre 140 sindaci del territorio, di fare una cosa illegittima? A questo punto, e qui non è kafkiano, ma estremamente preoccupante il fatto che, al di là di queste scartoffie per cui il Comune di Como ha l’unica responsabilità di aver obbedito a una richiesta di Bongiasca, siamo di fronte a una questione di sicurezza».
Rapinese rincara la dose: «Mi stanno obbligando a tenere aperte scuole marce. Poi è ovvio che gli stessi giudici oggi mi intimano di non chiudere una scuola e, se ci scappa il morto, saranno i primi a mettermi sotto processo». Gli effetti di quanto ha disposto il Tar, secondo il primo cittadino di Como, rischiano, a cascata, di aversi anche in altri Comuni e a livello regionale. «L’unica vera conseguenza di questa sentenza – le sue parole - è che mi aspetto che la Regione la e Provincia di Como rivalutino le documentazioni che ritengono necessarie per riorganizzare il sistema scolastico. Se la Provincia di Como, e lo dovrà fare a giorni, mi chiedesse ancora una delibera di giunta, e il Tar dice che non va bene e ci vuole una delibera di consiglio, io a chi do retta? Mi sembra essere alle prese con il lasciapassare A38 delle “Dodici fatiche di Asterix”». E chiude: «Sono tutti qui a fare i fenomeni – chiude Rapinese - ma poi in galera ci finisce quello che la situazione voleva risolverla».
© RIPRODUZIONE RISERVATA