«Scuole al San Martino: il “no” del sindaco
di Como lascia l’amaro in bocca»

L’intervista Gianluca Brenna, presidente di Confindustria Como: «Le esternazioni fatte più volte da Rapinese hanno chiuso la partita»

Sui bandi emblematici della Fondazione Cariplo al presidente di Confindustria Gianluca Brenna un po’ di amaro in bocca resta. Tutto il tessuto produttivo sperava di sanare finalmente la ferita del San Martino realizzando nel dimenticato parco urbano una nuova cittadella della formazione tecnica. Cittadella che ora la Provincia, vista la contrarietà del Comune, conta di costruire a Cassina Rizzardi, nella villa in declino Porro Lambertenghi.

Fondazione Cariplo dovrà decidere a quale progetto assegnare 5 milioni di euro, più tre finanziati dalla Regione. Dunque le proposte della Provincia e del Comune sono di fatto in competizione. Una prima scrematura con la presentazione dei progetti ammessi è fissata per aprile, a novembre occorre invece inviare tutti i dettagli e le garanzie economiche e cantieristiche. Entro fine anno è attesa la decisione finale. I bandi emblematici maggiori sono un’opportunità importante per il territorio, un treno che non passa spesso.

Partiamo dal principio presidente Brenna, perché questi Its?

Puntare sull’Istruzione tecnica superiore, dei corsi post diploma, è una richiesta che arriva dal mondo associativo datoriale unito per risolvere il mismatch di personale già esistente e che temiamo si aggraverà nei prossimi anni. Come peraltro incentivato dalla nuova riforma del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Pensionata infatti la generazione dei boomer non riusciremo a sostituire nelle imprese le figure tecniche. Siamo vicini alla Svizzera, un territorio che per stipendi e possibilità drena risorse umane. In più siamo schiacciati da Milano che già prepara nuovi centri per la formazione tecnica. Se Como non vuole perdere le giovani generazioni deve immaginare nuovi modi per essere attrattiva. Altrimenti diventeremo un luogo da cui ragazzi e ragazze, una volta cresciuti, partono per andare altrove.

Il progetto somiglia a ComoNext?

L’incubatore di aziende e di start up era nato a Lomazzo sempre grazie ai bandi emblematici maggiori di Fondazione Cariplo. Con questo nuovo progetto vorremmo puntare più sull’alta formazione tecnica. Ma perché no anche alla formazione e alla cultura in senso più generale.

Avete scelto di investire su tessile, sanità, meccatronica e turismo?

I corsi Its avranno degli indirizzi precisi. Un nostro gruppo di lavoro sta studiando enti e soggetti capaci di gestire queste scuole, che faranno capo agli enti associativi. Alla presentazione dei bandi emblematici in Camera di Commercio avevamo già detto di avere pronto un contenuto, anche se ci mancava la scatola. Ci è venuta in aiuto la Provincia che potrà rigenerare una bella villa abbandonata.

E il San Martino?

Tutti gli enti datoriali avevano una visione comune della cittadella della formazione tecnica nel parco del San Martino, mentre ora abbiamo tutti deciso di convergere su Cassina Rizzardi. Adesso infatti si è aperta questa possibilità a Villa Porro Lambertenghi che ha aspetti molto interessanti per logistica e posizione. Non è nostra competenza sanare delle ferite cittadine e non vogliamo fare polemiche.

Meglio il polo della formazione dei nuovi musei civici proposti da Rapinese?

Il sindaco Alessandro Rapinese ci ha scritto per chiedere sostegno al suo progetto, allegando un estratto della riqualificazione del polo museale attorno a piazza Medaglie d’oro. Le valutazioni, sia chiaro, spettano tutte alla Fondazione Cariplo. Io ho letto con attenzione quanto propone il Comune e penso sia meritevole, lo ribadiremo formalmente nero su bianco. Evidentemente partecipando ad un’alternativa il nostro sostegno non può essere esclusivo. In questa partita siamo attori e non spettatori.

Senza il no di Rapinese però gli Its andrebbero nel San Martino?

Certamente avremmo approfondito con indagini ad hoc quella possibilità per arrivare ad un progetto all’interno del parco urbano da sottoporre alla Fondazione Cariplo. Mi sembra però che le esternazioni fatte più volte dal sindaco abbiano chiuso la porta a dei successivi passi avanti.

Quindi sarà almeno dispiaciuto?

Io penso sempre che qualsiasi opportunità di dialogo debba essere colta. Io sono perché le cose vengano dibattute, condivise. Perciò certo un po’ di amaro in bocca rimane. Ma restiamo convinti che la nostra nuova soluzione concordata con la Provincia a Cassina Rizzarsi sia ottima.

Al Comune di Como cosa avete detto?

Comunicheremo come già sottolineato che il progetto per la riqualificazione del comparto museale è valido. Ecco, magari avrebbe dovuto coinvolgere anche il Museo della Seta che credo meriti una collocazione diversa e migliore.

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