Scuole, boom di casi
e mille in quarantena
Ora è allarme giovani

Como: Nell’ultima settimana segnalazioni da 60 classi.L’Ats: «I ragazzi stiano più attenti, tutelino i nonni». Ieri sul Lario altri sei decessi. Lieve calo dei ricoverati

Altri 6 decessi e 60 nuovi positivi. Ma ora a preoccupare è soprattutto la crescita dei contagi nelle scuole.

Gli alunni interessati da segnalazioni per Covid sono passati nelle ultime quattro settimane nel comasco da 783 a 724, poi sono aumentati fino a 966 al 31 gennaio e dall’1 al 7 di febbraio sono diventati 1.092. Il contributo maggiore nella salita quest’ultima settimana lo si deve quasi esclusivamente agli istituti superiori, rimasti chiusi fino a fine gennaio.

Negli ultimi sette giorni le segnalazioni Covid nelle scuole comasche hanno riguardato 60 classi. Sono 289 i bambini interessati tra nidi e materne, 179 gli alunni delle elementari, 353 gli studenti delle medie e 271 quelli dei licei, dei tecnici e dei professionali. Sono 97 gli insegnanti e gli operatori scolastici in quarantena nel comasco, quasi tutti negli asili.

Allerta per le varianti

Rispetto a dicembre e alla prima metà di gennaio è molto salita la percentuale di under 24 positivi. Un fatto sempre secondo le autorità sanitarie legato sì alla ripresa delle lezioni, ma anche ai momenti di socialità dei giovani. Due mesi fa i minorenni positivi sul totale dei tracciati erano circa il 18%, a dicembre hanno raggiunto il 20% e dopo la prima settimana di febbraio hanno superato il 25%, un quarto dei contagi. Per i vertici dell’Ats Insubria occorre responsabilizzare i giovani perché contribuiscono alla circolazione del virus pur essendo immuni o quasi dai sintomi. Possono però contagiare gli adulti, i genitori, con possibili conseguenze patologiche gravi.

«Devono capire che rischiano di uccidere i loro nonni» ha detto il direttore sanitario dell’Ats Giuseppe Catanoso.

«Il mancato uso della mascherina e della distanza sociale – ha rincarato la dose Paolo Bulgheroni, direttore del dipartimento di Igiene e sanità pubblica dell’Ats – deve in generale sollevare un moto di responsabilità collettiva richiamando coloro i quali non rispettano queste norme utili a tutelare la vita del prossimo».

Preoccupano anche i nuovi casi di variante inglese, con focolai nel bresciano, a Viggiù e a Bollate. A Como finora sono stati isolati solo due casi, ma sono entrambi guariti e sono ormai datati. E’ noto il caso del cameriere in arrivo da Saint Moritz che nonostante fosse conscio della positività ha viaggiato su treni e taxi ed ha attraversato la frontiera. Al professor Fabrizio Maggi, direttore del laboratorio di microbiologia dell’Asst Sette Laghi, il riferimento per Como, non risultano altre varianti sul nostro territorio. Per Maggi la situazione è comunque ancora puntiforme, i casi sono rari, isolati e per la quasi totalità non autoctoni, le varianti sono state trasportate da persone tornate dall’estero.

Ospedali, lenta flessione

Passando al bollettino di ieri, a fronte di 41mila tamponi analizzati, di cui oltre 10mila rapidi, i nuovi positivi tracciati sono stati 2.434. Il tasso di positività è in leggera risalita. C’è un’esplosione a Brescia (+795) dovuta alla variante inglese, un aumento meno marcato a Milano (+606) e a Bergamo (+197), restano oltre il centinaio i contagi a Monza (+145), Pavia (+133) , Mantova (+119) e Lecco (+105). Il numero dei decessi risale, sono 54 in Lombardia, 6 nella nostra provincia. Sono 1.705 le vittime comasche dall’inizio della pandemia, 277 in città. I ricoveri sono in lenta flessione in Lombardia ed anche negli ospedali dell’Asst Lariana con 192 pazienti positivi di cui 145 al Sant’Anna.

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