
Cronaca / Como città
Lunedì 04 Agosto 2025
Scuole chiuse, Rapinese rispolvera Lucini
Il video Il sindaco mostra un vecchio consiglio: «Guardate le facce paciarotte di Lissi e Legnani»
Como
Il sindaco Alessandro Rapinese attacca il Pd sul tema delle chiusure delle scuole postando un video di un consiglio comunale quando al governo cittadino c’era il sindaco Mario Lucini che spiegava i motivi delle razionalizzazioni delle scuole e i dem passano al contrattacco.
Ai tempi di Lucini
«Quando il Pd ha governato Como, nonostante l’inverno demografico non fosse aggressivo quanto lo è oggi - le parole di Rapinese nel video - oltre ad aver chiuso un asilo nido (quello di Camerlata, ndr.) era anche favorevole alla chiusura di una scuola. L’ipotizzata chiusura di una scuola venne sostenuta in consiglio comunale con le seguenti parole: “utilità collettiva”». Rapinese aggiunge nel post sotto al video: «Perché, con un inverno demografico giunto a livelli folli e con le scuole che cadono a pezzi, quando a voler chiudere scuole è Rapinese quelli del Pd si mettono a fare il cinema?».
Il riferimento è alle polemiche su via Perti, ma anche via Volta, Ponte Chiasso e le strutture che il primo cittadino vuole chiudere e accorpare. Polemiche e proteste finite al Tar che ha dato ragione ai genitori. Il sindaco Rapinese prosegue poi il suo post attaccando la capogruppo Patrizia Lissi e il consigliere Stefano Legnani che, durante il mandato Lucini, erano entrambi consiglieri comunali di maggioranza. «Prestate attenzione – scrive Rapinese ai suoi follower invitandoli a guardare il video del vecchio consiglio - alle facce belle paciarotte e rilassate di Stefano Legnani e Patrizia Lissi mentre il loro Mario Lucini annunciava di voler chiudere una scuola. Perché Stefano Legnani e Patrizia Lissi quella sera in consiglio comunale non hanno protestato per la paventata chiusura della scuola proposta da Mario Lucini?».
A rispondere a Rapinese è la stessa Lissi, attuale capogruppo dei democratici a Palazzo Cernezzi: «Facile criticare in questo modo senza spiegare la situazione di allora e come stavano le cose. Ricordo molto bene quando chiudemmo l’asilo nido di piazza Camerlata. Non potevamo fare assunzioni a causa del patto di stabilità, tante educatrici andavano in pensione e le direttrici didattiche di allora avevano mandato una lettera poiché, senza assunzioni, non riuscivano a garantire l’apertura. Tutti insieme si decise di chiudere e di spostare il servizio in via Giussani, non molto distante. Ma ci fu il coinvolgimento delle insegnanti e dei genitori. Si fecero riunioni e all’inizio c’era stata arrabbiatura, ma poi avevano capito la situazione».
«Situazione ben diversa allora»
Lissi inoltre aggiunge: «Le cose erano ben diverse da oggi. Lui non ha assunto nessuno neanche adesso che si potrebbe perché il suo obiettivo è chiudere ed esternalizzare. E il concordo per un educatore avviato da Landriscina è stato poi da lui stracciato. All’epoca era una questione di sopravvivenza e si fecero delle scelte, ma con il coinvolgimento di tutti mentre lui non coinvolge nessuno». La capogruppo fa poi un’ulteriore riflessione: «Va valutato anche il contesto sociale. Non si può lasciare Ponte Chiasso senza scuole e nemmeno tutto il centro storico. Cito solo un fatto: quando volevamo fare noi il centro unico di cottura aveva contestato parlando di “grande catering” e dicendo che i pasti a Civiglio sarebbero arrivati freddi. Ora lo fa lui, ma tutto privato».
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