Sgarbi e la multa svizzera: «Poliziotti arroganti, non ho commesso reati»

La polemica Dopo la sanzione per l’uso improprio dei lampeggianti dell’auto su cui viaggiava

Nonostante il video da oltre sette minuti rimosso domenica sera, una mezzora dopo essere postato sui canali social, Vittorio Sgarbi non indietreggia d’un solo millimetro. «Non andrò mai più in Svizzera. Mai visto persone più maleducate ed arroganti. Io sono un deputato in Italia e anche in Svizzera. Mi è stato imposto di stare seduto in macchina. Ero di ritorno dal Film Festival di Locarno, cui ero andato come ospite del grande regista Alexander Sokurov», le parole del critico d’arte e parlamentare, il giorno dopo la notizia - pubblicata in anteprima dal nostro giornale - del fermo dell’auto con cui Vittorio Sgarbi stava tornando in Italia, dopo che la persona alla guida (un agente di pubblica sicurezza) aveva azionato il lampeggiante “a una manciata di metri dal valico” (ma ancora in territorio ticinese).

Da lì il fermo da parte degli agenti dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini con l’ausilio poi della polizia cantonale, gli accertamenti di rito e il via libera alla vettura dopo il pagamento di una sanzione da 500 franchi. A seguire, infine, il video con toni insolitamente pacati, ma con concetti forti (“Mai più in Svizzera. Credo che non mi perderò nulla!», la frase postata sui social) apparso poi depennato sul profilo da 2,3 milioni di follower del parlamentare.

A “La Provincia”, Sgarbi ieri ha confermato che «il lampeggiante è stato acceso dal mio autista, che poi è un agente di pubblica sicurezza, a cento metri dal confine. Ripeto, non andrò mai più in Svizzera. Ho fatto spettacoli a Lugano e Ginevra. Ritengo che la cortesia e il rispetto per una persona che ha fatto molto in Italia, ma anche in Svizzera vengano prima di tutto. Un agente di polizia non può comportarsi in un modo così arrogante e insolente. La misura di autotutela che ho deciso di assumere è non andare mai più in Svizzera. Devono imparare la buona educazione. Il reato non ci può essere. Io sono persona tutelata da un agente di scorta a seguito di minacce ricevute dalla mafia in Sicilia. È grottesco che tutto sia tornato a posto solo dopo il pagamento di 500 franchi. Ho provato a chiedere al nostro ministero degli Esteri un contatto dell’ambasciatrice svizzera in Italia. Ma non hanno il recapito diretto».

La vicenda inevitabilmente ieri ha tenuto a lungo banco su tutti i media ticinesi (e non solo). Ticinonews.ch ha ricostruito attraverso la polizia cantonale i diversi fotogrammi dell’accaduto. La cantonale, nel dettaglio, ha fatto sapere che «poco prima delle 17.30 di sabato, sull’autostrada A2 in territorio di Maroggia è stata segnalata un’auto con targhe italiane che aveva azionato la luce blu intermittente per superare a sinistra una colonna di vetture».

Da qui il fermo avvenuto a Chiasso-Brogeda e i 500 franchi “versati dall’autista” quale deposito cauzionale per “abuso di luci blu prioritarie”. La vicenda non è ancora conclusa. Toccherà ora alla sezione della Circolazione di Camorino stabilire l’entità della sanzione. Inevitabili anche le ripercussioni politiche oltreconfine. «In Svizzera i parlamentari si spostano con il treno o l’auto privata (senza luci blu) che guidano loro stessi - l’affermazione del consigliere nazionale dell’Udc, Piero Marchesi - Il signor Sgarbi tornerà sulla propria decisione di non venire più in Svizzera alla vista di un bell’assegno».

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