Sgombro all’ ex scalo merci
Erano tutti contagiati

Como: la polizia ha portato via i 17 senzatetto stranieri che vivevano all’interno della struttura in stazione. Visitati dai medici, sono risultati positivi al virus: ora sono ospiti in via Cadorna. I Covid hotel li hanno rifiutati

In concomitanza con l’arrivo della prima neve dell’inverno, ieri è stato sgomberato l’ex scalo merci.

L’operazione è cominciata in mattinata: gli agenti della polizia hanno identificato una ventina circa di persone che, da tempo, trovavano riparo notturno nella vecchia struttura abbandonata. Sul posto anche la Protezione civile e la Polizia locale. Nella tarda mattinata, da parte delle autorità sanitarie presenti con un’unità medica, le persone sono state sottoposte a uno screening medico e al tampone rapido: tutti sono risultati positivi.

Lo sgombero e il test

In attesa del test molecolare, fissato per oggi, una decina sono stati subito collocati nella struttura apposita in via Cadorna, negli spazi messi a disposizione del Comune dall’Asst Lariana per accogliere i senzatetto contagiati. Dopo un giro di chiamate, però, e nonostante l’intervento della Regione, la Questura ha dovuto prendere atto che i Covid hotel comaschi hanno rifiutato di prendere in consegna le altre sette persone. La motivazione, stando a quanto trapelato, riguarda la nazionalità non italiana dei richiedenti. Così, grazie anche alla collaborazione del Comune e della Croce Rossa, si è riusciti ad accogliere tutti in via Cadorna.

Le persone sono state portate in Questura, dove i poliziotti hanno dato loro un pasto e sono state eseguite le operazioni di identificazione e controllo: per nove di loro, sprovvisti di documenti, sono in corso accertamenti, soprattutto per verificare se hanno mai presentato istanze. Inoltre, sono state visitate da un medico per verificare eventuali patologie.

Tutto si è svolto senza tensioni, grazie anche alla presenza dei volontari impegnati nel mondo della grave marginalità, presenti ieri in loco. «Lo dico senza cattiveria – ha commentato ieri mattina Luigino Nessi - ma mi spiace non ci sia qui nessuno dei servizi sociali del Comune». Una posizione rimarcata anche da Como senza frontiere: «È evidente la totale assenza del Comune che pure dovrebbe prendere in carico questa situazione di estremo disagio. Ancora in tarda mattinata nessuno dell’assessorato alle Politiche sociali era presente in loco, mentre era ben visibile la Polizia locale. Quel “rifugio” non può essere in alcun modo rimpianto (era a tutti nota la gravità della situazione ambientale e sanitaria), ma non può essere ignorata la necessità di trovare risposte non episodiche, non emergenziali ai diritti umani fondamentali e alle esigenze di sopravvivenza».

«Abbiamo saputo solo all’ultimo momento che ci sarebbe stato lo sgombero dell’area – ha aggiunto Marta Pezzati, presidente di Como Accoglie - Bastava qualche giorno in più di preavviso per attivare la rete del settore della grave marginalità affinché si potesse concordare un intervento che tenesse conto delle diverse criticità».

I lavori per l’albergo

L’operazione è cominciata in concomitanza con l’inizio dei lavori nell’area: nasceranno un albergo a tre stelle con circa 150 camere, un punto ristoro, un maxi parcheggio pubblico da quasi 400 posti (396 per le auto), un’area di sosta per i bus turistici e spazi per biciclette e moto, oltre alla realizzazione di un collegamento ciclopedonale tra la stazione San Giovanni e via Regina.

Il progetto è stato presentato dalla società San Giovanni srl che fa riferimento a Nessi & Majocchi.

La società ha chiesto il permesso di costruire convenzionato per opere di rigenerazione e riqualificazione dell’area industriale dismessa, tra cui la demolizione dei capannoni esistenti.

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