Si finge armato e li rapina. Tradito dal tatuaggio: in cella

Il fatto Vittime due diciannovenni, l’episodio sul treno alle 8 del mattino. L’autore individuato anche grazie al simbolo del dollaro su una mano

A tradirlo è stato un tatuaggio con il simbolo del dollaro che portava sul dorso di una mano. Un segno che ha permesso alle vittime della rapina di capire chi fosse, riconoscendolo, nonostante il malvivente si fosse presentato di fronte a loro con il volto coperto da una sciarpa tirata fin sopra il naso. Ma a incastrarlo è stato anche un altro passeggero, un rumeno di 27 anni, che ha notato quando stava avvenendo raccontando tutto agli uomini della Polfer che in quel momento stavano entrando nel vagone interessato ai fatti.

La ricostruzione

Iniziano a delinearsi con maggiore chiarezza i fatti avvenuti sul convoglio regionale 25024 in transito tra le stazioni di Carimate e quella di Como San Giovanni, vicenda di cui abbiamo dato conto sul giornale di ieri. Due ragazzi di 19 anni entrambi del Monzese, sono infatti stati rapinati da un altro ragazzo che ha agito fingendo di avere una pistola in tasca che teneva puntata contro le vittime. Tutto è avvenuto alle 8.21 della mattina di lunedì.

I due ragazzi, che stavano viaggiando verso Como, sono stati avvicinati dal rapinatore che, con il volto coperto, ha prima cercato di impossessarsi dello zaino di uno dei due, poi si è fatto consegnare 50 euro a testa (cento in totale) e una sigaretta elettronica prima di allontanarsi. Alla scena ha però assistito il ragazzo rumeno, che ha raggiunto un agente della polizia ferroviaria, in servizio per controllare la sicurezza dei passeggeri sul treno, indicando chi fosse il sospettato che nel frattempo si stava allontanando.

Gli agenti hanno ascoltato le vittime, ottenendo le conferme attese e anche il particolare di quel tatuaggio che il rapinatore aveva sulla mano e che inutilmente aveva cercato di nascondere in una tasca dove fingeva di tenere la pistola. Insomma, quando il treno è arrivato a Como San Giovanni gli uomini della Polfer hanno atteso il sospettato portandolo negli uffici della stazione.

Al Bassone

Il giovane, Yassine Mohamed, 21 anni libico (ma aveva dichiarato in passato di essere anche marocchino, verifiche in tal senso sono in corso) è stato arrestato e portato nel carcere del Bassone dove nelle prossime ore verrà sentito dal giudice delle indagini preliminari Massimo Mercaldo. La procura gli contesta non solo la rapina, la resistenza a pubblico ufficiale (dopo essersela presa anche con gli agenti della Polfer) e l’aver fornito false generalità, ma anche la ricettazione: nello zaino che aveva in spalla sono infatti stati trovati telefoni cellulari, occhiali da sole, profumi, powerbank, orologi, e una lunga serie di oggetti di cui non sarebbe stato in grado di spiegare la provenienza.

Le due vittime, seppur spaventate, non hanno avuto bisogno di ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso. Il loro racconto è già stato verbalizzato dagli agenti, finendo nel fascicolo che è coordinato dal pm Michele Pecoraro.

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