Cronaca / Como città
Lunedì 17 Novembre 2025
Si svela il progetto “Casabianca”: arte e passione civica sul lungolago
Inaugurazione Paolo e Antonella De Santis donano alla città un nuovo polo culturale - Una collezione permanente con capolavori dell’Arte Povera e di maestri internazionali
«Quando l’abbiamo vista abbiamo capito che era il posto che da anni sognavamo per la nostra collezione d’arte: semplicemente perfetto». Questa è la dichiarazione che cattura l’essenza del progetto di Paolo e Antonella De Santis e l’emozione che ancora oggi li pervade. Quando i collezionisti comaschi parlano d’arte, traspare immediatamente la passione che, nel corso degli anni, ha riempito ogni loro momento libero, trasformandosi da hobby in una vera e propria passione culturale e civica.
Con un profondo senso di appartenenza e responsabilità verso la propria comunità, i De Santis hanno espresso il desiderio di “fare qualcosa per la città” di Como. Questa aspirazione ha trovato il suo luogo ideale nella Casabianca, l’edificio simbolo che domina il suggestivo lungolago, e che deve il suo nome al candido e imponente marmo botticino che ne riveste l’esterno, conferendole una maestosità senza tempo.
All’interno di questa architettura iconica ha preso forma una straordinaria residenza d’arte. L’allestimento si sviluppa su due piani e ospita una collezione di altissimo profilo, frutto di decenni di acquisizioni ponderate. La mostra permanente offre un panorama significativo sull’arte contemporanea, con un focus particolare riservato ai maggiori esponenti dell’Arte Povera, con opere emblematiche di Anselmo, Boetti, Calzolari, Kounellis, Merz, Paolini, Penone, Pistoletto e Zorio. Oltre a questo importante movimento tutto italiano, lo spazio espone opere di altrettanto grandi artisti internazionali, come Abramovic, Beecroft, Jaar, Kentridge, Kiefer, Kosuth, Ontani, Steinback, Vedova, Vezzoli, anch’essi rappresentati da opere di straordinaria qualità. La collezione spazia per materiali, tecniche e periodi storici, offrendo un percorso eterogeneo ma armonico che testimonia l’ampiezza di sguardo dei collezionisti.
Il progetto è sostenuto da un forte senso civico e dalla convinzione che l’arte debba essere accessibile e fungere da catalizzatore sociale. “È uno spazio per la nostra collezione, certo,” affermano Paolo e Antonella, “ma deve essere soprattutto un luogo di incontro, aperto non solo agli appassionati e intenditori d’arte.”
Per concretizzare questa visione inclusiva, il piano rialzato di Casabianca è stato trasformato in un punto di ritrovo culturale e anche conviviale. Qui infatti trova spazio “Cova Casabianca” una raffinata caffetteria che convive con opere d’arte, alcune site-specific. L’obiettivo è poter vivere l’arte nella quotidianità.
Passando da una sala all’altra, ciò che colpisce è l’eccezionale scambio osmotico tra le opere esposte, l’arredo circostante, i soprammobili, i tappeti e i decori scelti per vestire a nuovo la storica villa. Ogni elemento d’arredo è stato selezionato con una cura quasi maniacale, con pezzi che per qualità e design potrebbero facilmente comporre un catalogo d’asta di alta gioielleria d’interni. L’intero percorso espositivo, supportato da guide appassionate, invita il visitatore a non stancarsi di ammirare con rispetto e meraviglia ciò che ogni stanza contiene. L’esperienza è totalizzante, e si ha la sensazione di essere fortunati a poterla vivere.
Nelle sale, ampi divani e sedute d’autore invitano il pubblico a una pausa riflessiva. Ci si può concedere una sosta per ammirare con calma i lavori in mostra, assorbendo l’energia e la storia che promanano da ogni tela o installazione.
Già all’ingresso, lo sguardo viene catturato da una grande e toccante “trovata narrativa”, per mano di Giulio Paolini: nell’installazione che accoglie il visitatore una serie di piccoli quadri ritraggono Paolo e Antonella davanti a cose del loro privato o particolari significativi. Questi scatti non sono semplici fotografie, ma vere e proprie finestre sul passato che raccontano come la loro passione per l’arte abbia preso forma, seguendo un percorso che parte dalla loro residenza, Villa Mondolfo, e approda in Casabianca. In questo modo viene sottolineata l’assoluta continuità emotiva e di gusto tra una passione privata ed il desiderio di condividerla.
Ma come è sbocciato questo amore così profondo e duraturo? «Tutto è nato dall’incontro con Ico e Luisa Parisi», raccontano i coniugi. «La molla è scattata nel loro atelier, La Ruota, davanti a una piccola opera, una ceramica di Bonaldi che non ci ha mai lasciato e vive ogni giorno con noi».
«Da allora, erano i primi anni ottanta, tutto ha preso una piega tale che collezionare e seguire gli artisti è diventata una parte fondamentale e imprescindibile della nostra vita,», spiegano.
Questa passione non si è limitata agli acquisti, ma ha plasmato le loro abitudini di viaggio: ogni volta che si fermano in una città, per vacanza o per lavoro, l’itinerario prevede una tappa obbligata per una esposizione o in una galleria d’arte. Questa immersione costante li ha arricchiti culturalmente, portandoli a diventare anche mentori di giovani talenti, artisti emergenti che troveranno un meritato spazio nell’esposizione di Casabianca, a testimonianza di una visione proiettata verso il futuro.
La magione, riportata all’antico splendore attraverso un meticoloso restauro e che verrà aperta al pubblico il 27 novembre, non dimentica l’altra vocazione storica della famiglia De Santis: l’ospitalità. L’ultimo piano della residenza d’arte è stato sapientemente riconvertito in tre suites, dotate di ingresso indipendente e destinate a ospiti che desiderano vivere un’esperienza di immersione totale tra arte e bellezza.
I piani inferiori sono dedicati alla funzionalità: nel seminterrato sono state ricavate altre sale pensate per ospitare ancora arte e piccoli eventi privati, garantendo a Casabianca una flessibilità d’uso per occasioni di alto profilo.
Un’attenzione speciale sarà riservata ai bambini ed ai giovani, con progetti mirati alle scuole, per avvicinarli all’arte. Casabianca si pone così come un polo multifunzionale: esposizione, luogo di incontro, dimora ospitale e laboratorio di cultura.
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