Sicurezza sul lavoro: «Tre ispezioni su quattro rivelano irregolarità»

L’intervista Cambio di guardia all’Ispettorato del lavoro. Il direttore uscente«Troppi subappalti sospetti»

Soltanto un controllo su quattro effettuato dagli ispettori del lavoro e dai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Como è risultato regolare. Sul fronte del rispetto delle regole sui cantieri, nelle imprese o nei locali pubblici la strada da fare, anche a Como, è ancora molta. La conferma arriva da Alberto Gardina, direttore uscente dell’Ispettorato del lavoro della nostra città, da alcune settimane diventato responsabile dello stesso ufficio a Varese. Il quale però vuole esordire con un pizzico di ottimismo, nel tracciare un bilancio dei suoi nove anni sul Lario: «Forse si registra un leggero decremento delle attività irregolari. Questa è la sensazione. Soprattutto per quel che riguarda il lavoro nero. Ma nonostante questo i problemi ci sono e sono ancora moltissimi». Anche perché la diminuzione del lavoro nero si traduce, a volte, in altre pratiche: «Oggi le violazioni preponderanti riguardano la chiamata di personale con partita Iva, pur se di fatto dipendente, o assunzioni a tempo parziale nelle quali ti fanno lavorare però a tempo pieno».

Il fenomeno più allarmante però, almeno sul fronte fiscale, che però si ripercuote anche sul piano della sicurezza e del rispetto delle regole, è un’altro: «Nell’edilizia, ma non soltanto, abbiamo trovato realtà che ricorrono a una lunga catena di appalti e subappalti, e questo è da collegare al fenomeno delle cartiere, cioè società nate con il solo scopo di evadere il fisco».

I numeri, si diceva: al 30 ottobre su 365 ispezioni definite da inizio anno ben 250 sono risultate irregolari. Sul fronte del rispetto dei contratti: sono stati trovati 80 lavoratori in nero, fatte 86 diffide accertative per crediti patrimoniali (mancato pagamento di ore lavorate o di voci in busta paga) per 332mila euro e presi 134 provvedimenti di sospensione dell’attività: 102 per lavoro nero e 32 per motivi di sicurezza di maggiore gravità.

«Purtroppo - commenta ancora Alberto Gardina - la sicurezza e la formazione legata alla sicurezza vengono vissute come un onere e una fatica e non si pone sufficiente attenzione su un tema invece importantissimo. Questo vale soprattutto, o quasi esclusivamente, nelle aziende medio piccole. Da quando sono a Como non mi è mai capitata una grossa azienda, un nome noto e storico da cui siano giunte segnalazioni di irregolarità».

Questo vale anche per le realtà lavorative pubblice: «Nel mondo degli enti locali quando ci siamo interessati e abbiamo trovato irregolarità - conferma infatti Gardina - queste hanno riguardato Comuni più piccoli. Ma non diamo colpa alla normativa. Il problema vero è che ancora la cultura della sicurezza e deficitaria. E questo lo abbiamo riscontrato anche tra i lavoratori stessi. Molti infortuni gravi, ad esempio, hanno riguardato anche datori di lavoro, perché la formazione viene vissuta come una noia, così come la sicurezza. E un intralcio alla speditezza del lavoro».

Sul fronte della sicurezza molto si è fatto in questi anni: «Ho notato, su questo e altri temi, la grandissima efficienza e sensibilità da parte del prefetto: ha saputo coinvolgere più realtà per affrontare il problema dal punto di vista pratico». E a proposito di collaborazione, Gardina ci tiene anche a citare i carabinieri del Nil: «Una collaborazione essenziale. E a Como c’è un nucleo efficientissimo» che quest’anno ha sospeso 38 aziende, 24 delle quali per problemi di sicurezza, ha denunciato ben 183 persone per violazione sulle norme del lavoro e ha pure scoperto truffe ai danni dello Stato deferento sette persone. Ma il tema resta sempre quello della sicurezza: «Troppi infortuni gravi - conclude Gardina - L’augurio che mi faccio è che le vittime del lavoro possano trovare giustizia e in tempi celeri».

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