Nuovo stadio, tra calcio e brand: «Come Disney? Non è un male»

L’esperto Canova, economista comasco, ha studiato il modello Sinigaglia: «Mixed use, come a Udine e anche a Dallas. Ma serve un Comune forte»

Nessuna paura di fronte al modello di business proposto dagli Hartono per il nuovo Sinigaglia. L’economista comasco, docente di economia alla scuola Enrico Mattei e divulgatore, Luciano Canova non ha dubbi. L’analisi che ha effettuato insieme a Emanuele Pizzurno docente di ingegneria economico gestionale, sul sito lavoce.info, su quanto emerso finora della proposta del Como 1907 al Comune per la ristrutturazione del Sinigaglia, prende le mosse dal concetto di “mixed use”.

- L’approfondimento scritto da Canova e Pizzurno si può leggere cliccando qui

«Struttura che va oltre le partite»

«Un modello - spiega Canova - che combina la realizzazione dello stadio con lo sviluppo di altre attività economiche». Canova spiega anche perché del tanto citato modello Disneyland - usato come riferimento dallo stesso presidente della società calcistica, Mirwan Suwarso - non bisogna avere paura. «Economicamente funziona, lo vediamo negli stadi inglesi. Basti pensare che il Manchester City giusto l’altro ieri ha firmato un accordo di sponsorizzazione con la Puma da un miliardo in dieci anni. Cifre per ora inimmaginabili qui a Como, ma è lì che la società mira: come i club inglesi sta cercando di prescindere il calcio per puntare su un brand territoriale». Brand che però, secondo alcuni comaschi, rischia di “rubare” l’identità alla città.

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«Non è così, secondo me e da quello che ho potuto studiare osservando chi ha costruito uno stadio che sia un hub multifunzionale, come vuole fare il Como», replica però Canova. E cita due esempi: quello dello stadio dell’Udinese e quello dello stadio di Dallas, negli Stati Uniti. «A Udine si è scelto di puntare sulla sostenibilità - spiega - perché nello stadio si produce energia rinnovabile, ma si può anche puntare su progetti di sviluppo sociale e riqualificazione di aree della città. Questo a Como sarebbe fondamentale». Insomma, nel rapporto di ppp (partenariato pubblico-privato) che si profila all’orizzonte per la partita del Sinigaglia, secondo l’economista comasco bisogna lasciare spazio d’azione al privato «pur mettendo i paletti giusti per evitare un’esaltazione del commercio senza regole».

I vantaggi per il territorio

«Nel Regno Unito vediamo società calcistiche sono vere e proprie aziende. Le magliette delle squadre sono diventate capi di moda, lì, proprio come sta facendo il Como che vuole fare della città e del lago un brand internazionale - incalza Canova - Lo stadio in questa operazione è fondamentale e deve essere redditizio. Sulle condizioni si può discutere, ma è indubbio che l’impatto sul territorio sarebbe vantaggioso per tutti». Ed è qui che secondo Canova entra in gioco il pubblico: «Il Comune ha una situazione finanziaria che mi sembra buona, questo gli lascia spazio per contrattare. Verranno proposti 40 anni di concessione invece dei 99 richiesti? Va bene. E al posto del canone si potrebbe chiedere alla società di sistemare aree come la Ticosa, abbandonate da anni. Il margine di manovra c’è eccome, lo stadio è un’opportunità unica e ora è tutto nella mani del Comune che ne è il proprietario. E dovrà rivelarsi un Comune forte».

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