Sospetto contagio da Coronavirus
Due comaschi bloccati sulla nave

Anche una coppia di comaschi a bordo della Costa Smeralda bloccata nel porto di Civitavecchia - «Siamo rimasti chiusi in cabina, spaventati. Ci chiamavano tutti, momenti difficili: non sapevamo che fare»

Era la prima e tanto sognata vacanza in crociera e invece si è trasformata nell’incubo Coronavirus. Ivan Melesi e sua moglie Cristina Ierman stanno rientrando a Como dopo essere stati bloccati al porto di Civitavecchia per un sospetto caso di contagio sulla nave.

«Siamo arrivati come da programma a Civitavecchia intorno alle otto del mattino di giovedì – raccontano i due comaschi –. Il viaggio avrebbe dovuto finire in Liguria, a Savona, dopo aver fatto tappa a Marsiglia, Barcellona e Palma di Maiorca. Raggiunto il porto invece la nave è stata bloccata dalle autorità. Abbiamo ascoltato un primo annuncio, il capitano informava i passeggeri che era necessario fare dei controlli sanitari, dipinti come normali, di routine. Dovevano durare mezz’ora, ma il tempo continuava a passare. Negli annunci successivi non senza il nostro fastidio hanno più volte ripetuto e sottolineato che le escursioni sarebbero comunque state garantite. E poi navigando sul cellulare abbiamo tutti da soli scoperto che la nostra nave campeggiava sui notiziari di tutta Italia. A quel punto si è diffuso il panico e l’allarme, sarebbe stato di sicuro meglio se ci avessero subito spiegato la verità».

La Costa Smeralda a bordo aveva 6mila persone, più altre mille di equipaggio. La nave è un colosso, un paese intero. La paura in contesti simili può essere esplosiva. All’interno di una cabina, prontamente isolata attraverso le procedure medico sanitarie, è stata bloccata una coppia di cinesi arrivati con un volo da Hong Kong. Lei aveva la febbre e problemi respiratori, i classici sintomi dell’influenza. Fatti i prelievi i campioni sono stati spediti allo Spallanzani, l’ospedale romano di riferimento per il contagio del virus.

«Tutto questo l’abbiamo sempre saputo leggendo i giornali - raccontano Melesi, un frontaliere comasco e sua moglie, dipendente di villa d’Este - mentre i nostri telefoni continuavano a suonare. Figli, parenti, amici che chiamavano spaventati. E noi pure eravamo spaventati, bisogna essere sinceri. Ci siamo chiusi in cabina. In quei momenti non sai bene cosa fare. Sentire gli speciali sul Coronavirus in tv è facile. Ma quando le cose ti capitano addosso in prima persona non è bello per niente. Poi intorno alle 15 è arrivato un altro annuncio, il capitano ci diceva di prepararci allo sbarco».

Niente da fare, il no in questo caso è arrivato al primo cittadino di Civitavecchia, il quale ha fermato le operazioni volendo avere maggiori certezze controfirmate sulla propria scrivania.

«Io non conosco il politico, non so se l’abbia fatto per scrupolo - spiega Melesi - dico solo che starci in mezzo non è piacevole, ecco. Avevamo tanto atteso la nostra prima crociera, direi che non è andata benissimo. Almeno fino alle 20 quando è arrivato, sempre via smartphone, il comunicato ufficiale dai laboratori dello Spallanzani. I test erano negativi, i due viaggiatori cinesi a bordo per fortuna non hanno contratto il Coronavirus». Verso le 22 il comandante ha ribadito l’ufficialità dei fatti. Passata la notte al mattino ognuno è andato per la propria strada. La coppia di comaschi sta concludendo il suo poco fortunato viaggio con una visita ai monumenti di Roma.

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