Spina Verde, i danni della bufera: «Rovinate quattromila piante»

Il progetto La tempesta della scorsa estate, serve oltre un milione di euro. «A febbraio i lavori per riaprire la via tra Albate e Lipomo»

Serve più di un milione di euro per mettere in sicurezza i boschi di Albate. Attorno al monte Goj ci sono 129mila metri quadrati di verde che aspettano un corposo intervento di sistemazione, dopo i forti temporali della scorsa estate che avevano provocato ingenti danni. Dai rilievi aerei effettuati con i droni negli ultimi mesi risultano interessate esattamente 4.774 piante. Si tratta soprattutto di castagneti e robinieti. C’è una enorme quantità di legname da tagliare, rimuovere o stoccare. Ma c’è anche un problema connesso al rischio idrogeologico, molti versanti guardano alla città e raggiungono il confine urbano segnato da via Oltrecolle. Il mese prossimo parte una prima tranche di lavori seguiti dal parco della Spina Verde.

Il lavori e il monitoraggio

«La tempesta ha interessato circa tredici ettari di verde – spiega Giorgio Casati, il presidente dell’ente parco Spina Verde – la zona di bosco disastrata è vasta e interessa tutto il territorio albatese. Nella zona del Baradello, superata via Oltrecolle, nelle settimane successive ai temporali avevamo già sistemato una parte dell’area. Vuoi per un cedro crollato che aveva sbarrato la strada verso il castello, vuoi per la presenza di un sito archeologico strategico da proteggere. Con la Protezione civile eravamo intervenuti anche per ripristinare le antenne per le telecomunicazioni. Ora però restano attorno al monte Goj centinaia di alberi da sistemare. È importante e non dobbiamo attendere troppo. Il primo lotto di lavori in partenza a febbraio, 70mila euro, ci permetterà di riaprire la via tra Albate e Lipomo».

Il resto del progetto, già presentato negli scorsi giorni alle autorità locali nella sede regionale di Como, ammonta a circa un milione e 200mila euro. Soldi che la Spina Verde conta di trovare con l’aiuto della Regione, dei Comuni interessati e attraverso un bando transfrontaliero italo-svizzero. «Dobbiamo mettere in sicurezza tutta l’area, c’è un rischio idrogeologico – dice ancora Casati – ci sono versanti che scendono verso la città. Dobbiamo ripulire e consolidare il terreno. Anche in vista della stagione estiva la massiccia presenza di legname crollato comporta un pericolo legato agli incendi, già avvenuti in passato. A fine febbraio presenteremo i nostro lavori alla cittadinanza che più volte ci ha già chiesto aggiornamenti sullo stato di salute dei boschi albatesi». La richiesta arriva in particolare dal circolo del Pd di Albate. Comunque l’intervento attorno al monte Goj in partenza il prossimo mese ha anche una valenza relativa alla fruibilità dei boschi. Tanti cittadini amavano passeggiare nell’area verde e da ormai mezzo anno molti sentieri e molti scorci sono inaccessibili. Ci sono dei punti panoramici e delle belle balconate che guardano alla Convalle e che meritano di essere restituiti ai residenti.

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