Stadio SInigaglia, il sindaco promette:
«Concessione lunga e dico sì al sintetico»

Landriscina chiarisce la posizione del Comune: «Sarei felice di cederlo per 12 anni, se servisse al rilancio. Ora il tavolo con società e tifosi, così evitiamo equivoci»

Le quotazioni della possibilità che sintetico e concessione lunga per lo stadio Sinigaglia vanno su e giù come in Borsa. Nell’arco della stessa giornata ieri gli scenari sono cambiati più e più volte. C’è stato un momento in cui sembrava davvero possibile che già oggi il plico potesse arrivare in giunta. In serata c’è stata una frenata.

Abbiamo fatto una chiacchierata con il sindaco Mario Landriscina nel suo ufficio, incontro che ci ha permesso perlomeno di vedere la prospettiva dal suo punto di vista su una questione così cara alla città, o almeno a una parte di essa. Alla vigilia di un incontro allargato che si sta organizzando tra amministrazione e Calcio Como e tifosi. «E’ evidente - dice Landriscina - che in questa situazione io possa rappresentare l’anello debole o attaccabile. Però ho fortemente aderito alla prospettiva di un tavolo allargato perché credo che la trasparenza sia l’unica via per eliminare equivoci, sotterfugi e presunte strategie. Parliamoci tutti insieme e ne usciremo più chiari. Tutti».

Con Landriscina abbiamo parlato innanzitutto del sintetico: «Al di là delle lungaggini, non ho dubbi che si arriverà a una soluzione positiva». Punto 2, la concessione più lunga: «I ritardi sono dovuti al lavoro instancabile dell’ufficio tecnico che cerca di capire bene sfumature e norme. Volete sapere cosa penso? Che sarei felice di dare 12 anni al Como invece che 6+6, se questo potesse agevolare la società a ritornare dell’investimento e avere più soldi per rinforzare la squadra. Perché un Como vincente piace anche a me, eh». Punto 3, il progettone: «Io al momento sul tavolo non ho un disegno, un progetto. Nemmeno un foglietto scarabocchiato. Attenzione: non sto dicendo che qualcuno sta mancando. Sto dicendo che per un problema così ampio e così complesso come un’area di quel tipo, credo sia giusto fare un cambio di marcia, un salto di qualità nella discussione, quando avremo tutti le idee più chiare. Per ora parliamo, poi si entrerà nella fase 2».

Argomento 4, l’utilizzo del campo da parte della città: «Diciamo che sono stati un po’ rigidi su questo e stiamo parlando sul come e in che modi la città potrà usare, sette-otto volte l’anno, l’impianto. Speravo in un atteggiamento più morbido. Ma l’accordo si trova».

Punto 5, le famose tapparelle: «Capisco che i tifosi... non capiscano. Ma se è per quello, anche le tapparelle del Comune stanno passando lo stesso iter. Ci sono tempi lunghi dettati dalla burocrazia. Non sono io a decidere chi deve intervenire e quando, ma le norme». Punto 6, la manutenzione dello stadio: «Se i tifosi dicono che si è fatto poco, hanno ragione. Non sanno però che a volte passare da intervento ordinario a intervento straordinario cambia tutto il procedimento. Tante cose, come i muri esterni e le pianticelle che vi crescono sopra, dovevano essere gestiti e sistemati dalle società che man mano si sono avvicendate». Punto 7, lo stadio ideale: «Io da cittadino ed ex pulcino che ci giocava, ho in mente un impianto polifunzionale sul lago con velodromo ecc. e uno stadio per il calcio fuori, magari a Lazzago. Di questo si era parlato con Nicastro. Ma le cose cambiano a seconda delle opportunità. Ora il tema della nuova società è rifarlo lì».

E l’incontro con i tifosi? «Ho trovato persone energiche ma mai sopra le righe. Credo che quel confronto abbia fatto bene a tutte e due le parti e ancora meglio lo farà il prossimo incontro allargato».

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