«Stadio, tre progetti e ora ci crediamo
È un segnale a tutta la città»

Intervista a Michael Gandler, l’amministratore americano del Calcio Como : «Sei mesi fa non l’avrei detto, ma oggi sì: è possibile cambiare»

Siccome va tanto di moda, allora sì, parliamo di “Fase 2” anche dello stadio Sinigaglia. Del nuovo, ipotetico stadio Sinigaglia. Il Calcio Como di Michael Gandler (il Ceo americano che conduce la società indonesiana di Hartono) ha fatto un importante scatto in avanti presentando l’accordo con la società JLL, del ramo immobiliare, per mettere a punto il piano dell’opera. La “Fase 2” è aver cambiato marcia, aver dato un segnale alla città sulle reali intenzioni della società e aver programmato una road map temporale del progetto. Tutte cose di cui abbiamo parlato con Gandler, seduti su un divanetto del (vecchio) Sinigaglia.

Le reazioni all’annuncio di ieri, sono di una generale presa di coscienza: la società fa sul serio.

È stato un segnale dato alla città sulle nostre intenzioni. Ma non è un caso che sia avvenuto adesso.

In che senso?

Devo essere sincero, sei mesi fa non ero così sicuro che avremmo potuto fare qualcosa. Vedevo disinteresse. Ma da un po’ di tempo le cose sono cambiate. Eravamo di fronte a due ipotesi: fare un progetto “contro “ il Comune, nel senso di farlo trovare di fronte a un progetto, prendere o lasciare. Oppure lavorare con il Comune per capire le esigenze della città. Adesso abbiamo capito che si può seguire la seconda strada. E abbiamo accelerato. Magari non tutti sono con noi, con qualche dirigente è difficile capirsi, ma in generale le cose vanno bene.

Ha avuto riscontri?

Al di là del fatto che il dialogo in queste settimane è fitto anche per il sintetico, stamani mi ha chiamato il sindaco Landriscina per condividere l’iniziativa. Quando si riferiva a qualcosa di concreto forse pensava a una cosa del genere

Ci spiega cosa farà adesso JLL?

Dobbiamo stabilire, a seconda del progetto che vogliamo fare, le metrature e la natura degli esercizi commerciali da inserire per rendere sostenibile il progetto. Abbiamo tre tipi di stadi ipotetici: un investimento piccolo, uno medio e uno più grosso. Per ognuno di essi servono diversi progetti commerciali. JLL fa uno studio dettagliato e ci fornisce il piano finanziario. Come dico io, siamo in una fase “Excel”, non in una fase audio o video. Mi serve una tabella costi-ricavi. Poi si passerà alla fase successiva

Cioè?

Andare a Giacarta e presentare alla proprietà il progetto finanziario per sapere in che misura vorrà partecipare. Potrebbe decidere di farlo in minoranza, al 50% o in maggioranza. Dopo di che, sempre tramite il partner di JLL, individuare i partner finanziari e tecnici per completare l’opera. La fase che meno mi preoccupa, perché c’è interesse, si sono fatti avanti in tanti. JLL dirà anche se i calcoli che ci sono arrivati da singoli proponenti sono giusti o gonfiati. Un partner che ci accompagnerà nelle varie fasi.

Proviamo a immaginare i tempi? Immaginiamo che è difficile, però...

Comincio con una battuta: già per andare a Giacarta potrebbe essere un problema per via del Covid... Vorrei andarci presto, ma vedremo quando si potrà. Comunque diciamo: per tutta la prima fase, cioè piano finanziario, individuazione dei partner e realizzazione di un rendering-progetto, direi 6-9 mesi. Entro quel lasso di tempo potremmo presentare una proposta al Comune. Poi ci sarà tutta la parte delle discussioni politiche e del dibattito cittadino. Diciamo un anno e mezzo per avere la posa della prima pietra e poi un altro anno e mezzo-due per costruire l’impianto. Diciamo quattro anni da adesso?

Si è sempre parlato di un interessamento dell’area circostante. Conferma?

Certo. Per questo vogliamo parlare con il Comune. Poi dipende dal progetto scelto. Quel che è certo è che sarà studiato anche un piano dei lavori per essere meno invasivi possibile sugli abitanti della zona. Ci sarà qualche disagio, ma credo che poi tutti saranno contenti di avere una casa in una zona rivitalizzata, più elegante e frequentata

E per quanto riguarda gli esercizi commerciali? Si è parlato di alberghi, ristoranti, palestre...

Vedremo. Però una cosa ve la posso dire: ci piacerebbe fare del business non concorrenziale con le attività esistenti. Per esempio vediamo i comaschi costretti ad andare a Milano per alcune cose. Perché, invece, non pensare a qualcosa che non c’è ancora?

In Italia di solito gli stadi si fanno dopo le vittorie: Ferrara e Frosinone, Ascoli e Pisa. Tutti almeno in B. Non pensate che serva accelerare sul campo?

Io credo il contrario. Cioè che serve uno stadio per vincere. Lo stadio per noi è un investimento per poter rendere sostenibile la società. Qui nessuno vuole mettersi in tasca i soldi guadagnati, ma si vuole avere un business auto alimentato che crea da solo finanze per sopravvivere. Abbiamo un gruppo forte alle spalle, possiamo farlo.

È vero che uno dei vostri partner è Percassi?

Abbiamo in piedi tre colloqui seri, con gruppi molto quotati. Percassi è uno di questi tre. È già venuto a fare un sopralluogo, lui ha una conoscenza molto diretta sul tema per via dell’Atalanta. Ma non è vero che abbiamo già scelto. È vero che avere la possibilità di scegliere è già un bel vantaggio.

Cosa pensa del fatto che sul web si scriva “Gandler sindaco”?

Sono onorato. Il sindaco è una persona importante. Mi dicono che, nel mio ruolo, spesso in Italia si ricevono più insulti che complimenti. Il fatto che i tifosi mi stimino per me è un orgoglio.

Tra l’altro di solito capita a chi è in testa alla classifica, più difficile a chi è 13esimo...

Vuol dire che hanno capito la serietà. Noi non abbiamo promesso nulla, ma vogliamo fare. Avremmo potuto andare sui giornali e sbandierare le nostre intenzioni, abbiamo preferito uscire con un accordo.

Sulla concessione più lunga è ottimista?

Direi di sì. Siamo agli ultimi dettagli. Ci siamo.

(Nicola Nenci)

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