«Stress e malpagati». Gli infermieri tornano a protestare

Sanità Delegazione di Nursing Up ricevuta in Prefettura. Nel Comasco si stimala carenza di 300 operatori

«Sotto stress e sotto pagati». Tornano a protestare gli infermieri: ieri mattina una delegazione di operatori del sindacato Nursing Up è stata ricevuta dal Prefetto Andrea Polichetti. «Siamo sempre meno e in pochi dobbiamo tenere testa a interi reparti – racconta Monica Trombetta, infermiera comasca e rappresentante regionale di Nursing Up – il rapporto infermiere paziente nel nostro territorio dovrebbe essere di uno a dodici, invece purtroppo è pari soltanto a uno a sei. Non è colpa della singola azienda sanitaria, ma del sistema. Intanto servono incentivi economici. Noi prendiamo tra i 1.400 e i 1.500 euro al mese, è uno degli stipendi più bassi rispetto alla media europea. Noi vicino abbiamo la Svizzera dove la paga è il triplo. Dunque oltre a un rinnovo contrattuale è giusto pensare a un’indennità di confine». Cosa alla quale il governo lavora. Ma secondo il governo e la Regione la soluzione è anche importare dall’estero nuovi professionisti sanitari. Per esempio dal sud America, come già sta facendo il Valduce. «Non è la strada giusta – ribatte Trombetta – il rischio è far arrivare colleghi poco formati, non preparati, soprattutto culturalmente. Senza le giuste basi linguistiche per affrontare un turno in ospedale. Ministri e assessori regionali dovrebbero invece abbassare le tasse e le rette agli universitari. I corsi di laurea costano molto e per un lavoro duro e sottopagato non in tanti sono disponibili a fare sacrifici e investimenti».

Nel Comasco secondo l’Ordine professionale mancano almeno 300 infermieri. L’Asst Lariana ha appena chiuso un concorso da 130 assunzioni, in attesa delle chiamate in servizio, sapendo già che servirà reperire altre nuove forze. Il 5 dicembre Nursing Up parteciperà ad uno sciopero già convocato dalle sigle dei dirigenti medici ospedalieri e degli internisti, Anaao Assomed e Cimo Fesmed. Tutti i servizi sanitari stante l’urgenza sono precettati, ma le crescenti agitazioni nel settore della sanità sono di sicuro un segnale. Tra medici e infermieri c’è preoccupazione e stanchezza.

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