Sulla nuova gestione della Canottieri Lario è tutti contro tutti: «Il ristorante? Vicenda indegna»

La disputa È scontro aperto sulle regole per agevolare la nuova gestione. Contestato il comitato “tecnico” che ha escluso l’accesso ai non soci

Alla Canottieri Lario è in corso una «indegna gazzarra». Un membro del comitato tecnico lancia un appello per rivedere la gestione del nuovo ristorante, un servizio che a detta di un gruppo di soci sta togliendo spazio agli sportivi.

In estrema sintesi ad ottobre la Canottieri ha sottoscritto un contratto con la società “Pr Milano” per gestire il ristorante. Ai nuovi gestori è stata concessa una organizzazione più libera del locale vista lago, quando invece prima, da regolamento, in teoria la sala era riservata ai soci. A fine anno il direttivo ha quindi modificato il regolamento, aprendo ai clienti esterni, dando modo al servizio di ristorazione di non confliggere con le regole della Canottieri. Alcuni soci hanno però protestato, si sono sentiti messi da parte. Il nuovo regolamento è stato così ritirato ed è stato dato mandato a un tavolo di saggi di dipanare la matassa.

Il canone annuo

«Il 24 aprile si è concluso il lavoro del comitato tecnico legale – così scrive il commercialista Glauco Pessina, uno dei saggi nominati dalla Canottieri - incaricato della verifica del regolamento della società sportiva. Ci si è astenuti però dall’affrontare la parte riservata al ristorante, per le mie perplessità sull’opportunità di stravolgere il regolamento sociale attualmente in vigore (quello del 2011), tenendo conto dei limiti che la concessione comunale pone in termini di fruibilità a soggetti non soci». La sede è del Comune ed è concessa a prezzi contenuti alla Canottieri alla luce del suo impegno non a fini di lucro. Il contratto con il ristorante è valido per sei anni a 27mila euro l’anno rinnovabili a un canone rialzato. «Nel contratto d’affitto stipulato ad ottobre 2022 è indicato che il gestore è a conoscenza e si impegna a rispettare il regolamento in vigore (quello del 2011), non un eventuale nuovo regolamento che, al momento della sottoscrizione, non poteva conoscere. Una eventuale modifica del regolamento nella parte riservata al ristorante comporterebbe un danno economico alla società sportiva, dato che significherebbe rinunciare a qualcosa a fronte di nessun tornaconto. Il contratto è già stato sottoscritto a determinate condizioni che non prevedono la presenza di soggetti terzi non soci».

La contestazione

Quando Pessina ha mosso queste osservazioni spiega di essere stato contestato dal notaio Francesco Peronese, chiamato a presiedere il tavolo di saggi, in una riunione descritta come «una indegna gazzarra». In particolare si sarebbe scaldato l’avvocato Antonio Lingeri, un altro dei saggi. Lingeri peraltro come professionista ha seguito la stipula del contratto con il nuovo ristorante. Secondo Pessina è dunque in conflitto di interessi.

«Il problema sono le concessioni date al gestore che il direttivo a mio parere non aveva il potere di concedere e che successivamente ha cercato di adeguare». I soci hanno diritto a soli sei posti nella sala, il ristorante può sbarcare i clienti al pontile, è comparso un bancone per gli aperitivi sul terrazzo, sono in calendario serate ed eventi aperti. Peronese da queste colonne ha suggerito ai soci contrari alla gestione del ristorante di rivolgersi alla magistratura.

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