Superiori, la metà non può riaprire
I presidi: «Questione di sicurezza»

Lunedì dovrebbe scattare il ritorno in classe al 100%, ma in 4 istituti su 8 non ci sono le condizioni - Problemi per Setificio, Caio Plinio, Ciceri e classico Volta. Gli altri presidi: «Siamo pronti, ma serve cautela»

Con le regole attuali, quindi con un metro di separazione fra gli studenti in classe con la mascherina, lunedì prossimo quali superiori cittadine riuscirebbero a riportare tutti gli studenti in aula? Al momento, per diverse ragioni, quattro istituti statali su 8 non potrebbero partire col 100%.

Stando alle misurazioni compiute in estate, non dovrebbe avere problemi di spazi il Giovio. Il liceo di via Paoli potrebbe anche sfruttare le pertinenze esterne, qualora il tempo lo consentisse.

Stesso discorso per la Da Vinci Ripamonti, tanto che già a settembre aveva deciso di riportare in classe il 100% dei propri alunni. «Per fortuna – spiega la preside Gaetana Filosa – siamo ben oltre la soglia del distanziamento minimo. Da questo punto di vista, non abbiamo problemi. Sulla decisione generale, spero si sia valutato bene: non va dimenticato il problema dei trasporti. I ragazzi hanno comunque segnalato diversi problemi di sovraffollamento sui mezzi».

Pure il Pessina, il primo giorno di scuola, fece rientrare tutti gli studenti. Ora, però, il preside Domenico Foderaro è più scettico: «Con la vecchia normativa, abbiamo le misure adeguate – precisa – però, ora si parla di mantenere due metri invece di uno: così, cambierebbe ogni cosa. Aspettiamo maggiori dettagli: certo, non è una soluzione facilmente gestibile, pensiamo solo all’uscita da scuola, all’intervallo e al momento in cui i ragazzi devono andare ai servizi. Mancherà poco più di un mese alla fine: è proprio necessario?».

Nessun problema di spazio per la Magistri: «Però va rivisto il piano dei trasporti – commenta la dirigente Laura Rebuzzini –e andrebbe riorganizzato ancora una volta l’orario. Non c’è tantissimo tempo: spero arrivino entro pochi giorni le informazioni».

Per il Setificio, la situazione è particolare. A causa dei lavori in corso alla struttura, lunedì prossimo inizieranno degli interventi particolarmente rumorosi che renderanno inutilizzabili alcune classi (il disagio dovrebbero terminare a fine mese). Quindi, gioco forza, qualche sezione dovrà comunque restare in dad. «Inoltre – aggiunge il preside Roberto Peverelli – abbiamo locali abbastanza ampi per accogliere, opportunamente dislocati, gli studenti. Però, da qualche anno, abbiamo più sezioni che aule: in condizioni pre Covid, attuavamo una turnazione utilizzando anche i laboratori come classi, ora però non è praticabile a causa delle norme dettate dalla pandemia. Quindi, credo avremo la necessità di mantenere una percentuale di didattica a distanza. Confidando nella saggezza del legislatore, spero arrivi un provvedimento in grado di lasciare, comunque, un margine di autonomia agli istituti».

Il Caio Plinio, invece, potrebbe aumentare la percentuale di studenti in presenza, ora al 50, ma non riuscirebbe a raggiungere la totalità.

Dalle misurazioni compiute in estate, il Ciceri, come ricordato dal preside Vincenzo Iaia, non potrebbe usare tutte le classi: su 52, poco più della metà sarebbero sfruttabili al massimo della capienza. Le altre, invece, dovranno per forza ospitare meno ragazzi.

Ancora più categorico il dirigente del Volta Angelo Valtorta: con tutti gli alunni a scuola, il distanziamento fra i banchi si ridurrebbe drasticamente e non rispetterebbe i protocolli richiesti dal ministero. A questo proposito, il Comitato tecnico scientifico non ha ancora dato il suo parere sull’aggiornamento dei protocolli del 6 agosto 2020, quando il problema delle varianti ancora non si poneva. Gli esperti si riuniranno oggi per parlare delle prossime riaperture in generale, ma per il momento non è chiaro se si esporranno anche sulla scuola.

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