Tanti minori in fuga: 163 in carico al Comune, che per loro a bilancio ha messo un milione e mezzo

L’emergenza Ne arrivano a decine e vanno seguiti. Se n’è parlato ieri in un convegno a Palazzo Cernezzi. L’obiettivo: promuovere la figura del tutore volontario

Il 10 novembre 2022 è un giorno che a Como lascerà il segno nella storia degli arrivi di minori stranieri non accompagnati. In Comune, ormai da questa estate, sono abituati a una media di 70 chiamate al mese. Il 10 novembre però fa un po’ caso a sé. Il numero del servizio di accoglienza per gli adolescenti stranieri che giungono soli in città suona più e più volte. Suona per cinque ragazzi egiziani, un pakistano, un tunisino, un marocchino, un siriano. Ognuno ha la sua storia, parla una lingua diversa, vuole raggiungere un posto diverso e senza poter contare su una rete di connazionali in loco.

Dislocati in altre città

Intanto non si trovano posti sul territorio, non c’è un letto in tutta la Regione Lombardia per attivare una comunità che garantisca questo tipo di accoglienza. In città si riesce a offrire solo una prima ospitalità d’emergenza: nelle parrocchie, in dormitorio, al Cas del don Guanella. I ragazzi poi sono collocati in realtà addirittura a Udine o a Teramo, ma quando lo vengono a sapere molti di loro, che puntano al Nord Europa, scappano. Como è a tutti gli effetti una città - approdo per l’immigrazione di adolescenti stranieri soli. Se la Lombardia è la seconda regione per arrivi dopo la Sicilia, Como a livello regionale è la prima tra le cinque città verso la quale si è polarizzato il flusso. Lo si è visto chiaramente durante il convegno e i lavori di ieri, a Palazzo Cernezzi, che hanno acceso i riflettori sulla necessità di co-progettare, ente pubblico e tessuto sociale insieme, l’accoglienza e di promuovere la figura del tutore volontario.

I numeri parlano. Attualmente sono in carico al Comune 163 minori, solo il 3% di loro può contare su un tutore volontario che lo segua nelle pratiche amministrative, sanitarie, scolastiche e non solo, durante il periodo di collocamento in comunità. La spesa richiesta è notevole. Il Comune per il 2022 ha messo a bilancio 1 milione e 390 mila euro per questa accoglienza, nel 2021 l’ impegno è corrisposto al 14,11% della spesa totale dei Servizi sociali.

«Un minore straniero non accompagnato per crescere ha bisogno di un’intera città – ha esordito Anna Granata , docente dell’Università Bicocca e lei stessa tutrice - Accompagnare come tutori una persona che costruisce il suo futuro è una soddisfazione immensa. Questi ragazzi vogliono costruire un futuro con noi».

Un centro di accoglienza

Riccardo Bettiga, garante per l’infanzia e l’adolescenza di Regione Lombardia, ha messo in evidenza il bando aperto proprio per la ricerca di tutori: «Regione ha fatto un investimento economico per sostenere lo sviluppo della rete dei tutori e riconoscere il loro valore. Como vedrà aumentare le persone di cui dovrà farsi carico e nella co-progettazione della loro accoglienza disporre della risorsa dei tutori è una vera ricchezza». Un nodo cruciale rimane se sul territorio comasco si possa far partire un centro di prima accoglienza a tutti gli effetti come lo era quello di Tavernola, oggi in stato di abbandono.

«Il tema dei minori stranieri soli va affrontato insieme - ha commentato Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale – Como può contare su una rete del Terzo Settore strutturata e forte, ma questa rete non può essere lasciata sola, è un dovere istituzionale occuparsi di questi giovani. Regione ha rilanciato con forza il bando per i tutori volontari, ci ha messo delle risorse e crede nel welfare condiviso».

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