Tari “fantasma” per il 14% dei locali: un controllo eseguito su 700 attività comasche

Le nostre tasche Verifiche sulle partite Iva di bar, pizzerie, ristoranti, ortofrutta: circa 70 su 500 neanche registrati. Il sindaco: «Finora accertati 1,4 milioni. E ora controlli con banche dati esterne, avanti per una questione di equità»

Il 14% circa tra locali, ortofrutta e pescherie controllati da Palazzo Cernezzi attraverso verifiche incrociate con altre banche dati risulterebbe “fantasma” ai registri della tassa rifiuti. In pratica significa soggetti che non hanno mai versato un euro di Tari in quanto non si sono mai nemmeno registrati. È l’esito di controlli effettuati dal settore Tributi su circa 700 attività tra ristoranti, pizzerie, ortofrutta, pescherie, pasticcerie, locali per la vendita di pizze al taglio. Queste attività sarebbero riconducibili a 500 persone. In base ai report degli uffici sono una settantina i soggetti risultati “fantasma”, pari quindi al 14% di quelli messi finora sotto la lente.

La prima tranche

Va precisato che si tratta di una prima serie di controlli e che la scelta dei settori su cui accendere i fari è stata fatta in base alla mole di rifiuti prodotti dalle categorie che operano nei comparti della ristorazione e, comunque, in quello alimentari. Una volta che tutte le posizioni saranno vagliate, si farà lo stesso con altri settori.

«È stato necessario rivolgersi a banche date esterne - chiarisce il sindaco Alessandro Rapinese - per verificare l’esistenza di attività che non essendosi volontariamente iscritte, non sarebbero altrimenti risultate». E aggiunge che «i controlli antievasione sono uno dei compiti che il Comune deve garantire, esattamente come un vigile per strada controlla l’assicurazione, con il settore Tributi controlliamo il pagamento delle tasse. Questi uffici, tra l’altro, lavorano e funzionano perché cittadini consentono di pagare gli stipendi dei lavoratori attraverso le loro tasse».

Una lotta, quella all’evasione, su cui Rapinese ha puntato fin da subito e che aveva inserito anche nel suo programma elettorale, con un punto specifico.

Poi altre tasse e imposte

«Ringrazio gli uffici per il costante impegno - aggiunge il primo cittadino che, dallo scorso 20 ottobre, ha trasferito la sua scrivania al settore Tributi - perché finora è stata raggiunta la cifra di un milione 376mila euro di accertato. L’impegno e lo sforzo continuano, è una questione di equità ed è un compito che l’amministrazione deve garantire. Per ora è un ottimo risultato, ma si deve andare avanti e lo si farà anche con l’accesso ad altre banche dati, all’Imu, eccetera».

Nel dettaglio, nel mese di agosto sono stati notificati quattro avvisi corrispondenti a circa 24mila euro, a settembre cinque avvisi per circa 65mila. A ottobre tra il 20 e il 27 sono stati inviati circa 300 avvisi ad altrettanti comaschi con la richiesta di saldare mancati pagamenti della tassa pari a 936mila euro. Adesso la soglia raggiunta, come ha confermato il sindaco, è pari a circa 1,4 milioni di euro. Impossibile, al momento, dire di questi quanti ne entreranno effettivamente nelle casse comunali, ma il procedimento di riscossione (che ha vari step normati dalla legge) è innestato.

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