Tari, scoperto un evasore da 80mila euro. Il sindaco: «Ci sono situazioni agghiaccianti»

Palazzo Cernezzi Si tratta del debito accumulato da un locale con l’amministrazione in 5 anni. Il sindaco: «Scoverò tutti quelli che non pagano. E pensiamo di revocare gli spazi per i tavolini»

Scoperto un locale maxi evasore fiscale da 80mila euro accumulati in cinque anni per i mancati pagamenti della tassa rifiuti. Il canone annuo è pari a oltre 15mila euro e in Comune è stato verificato che non ha versato nulla almeno negli ultimi cinque anni. Il sindaco Alessandro Rapinese dice senza giri di parole che «la situazione è molto preoccupante poiché stanno emergendo numerosi casi di omesso pagamento della Tari». Proprio sui mancati versamenti il primo cittadino ha avviato nelle scorse settimane una campagna che prevede anche, per chi si reca all’ufficio Anagrafe, la richiesta di esibire il codice fiscale per la verifica della correttezza della posizione debitoria (va precisato che non viene negato alcun accesso a documenti e certificati, ma vengono invitati i morosi a mettersi in regola).

«Abbiamo avuto un ulteriore incontro con l’Insubria - aggiunge il primo cittadino - per portare avanti l’accordo di collaborazione e a breve firmeremo la convenzione con loro. La riscossione della Tari e dei tributi sarà centrale e con più stiamo guardando i dati, con più emergono evasori». E la linea dura andrà avanti: «Stiamo verificando in queste ore la possibilità di revocare la concessione di occupazione di suolo pubblico a chi non paga, come previsto dal regolamento».

L’articolo 16 al comma b, stabilisce infatti i requisiti per poter ottenere l’autorizzazione e nel dettaglio «l’insussistenza di debiti con il Comune di Como, per somme certe, liquide ed esigibili». Questo «nel caso di richiedente che sia persona giuridica, deve riguardare anche tutte le persone fisiche facenti parte della compagine societaria richiedente - ivi incluse le persone fisiche socie di eventuali ulteriori persone giuridiche presenti nella compagine societaria della persona giuridica richiedente». Il richiedente non può essere in alcun modo una società fiduciaria.

«Si sta configurando uno scenario da un verso agghiacciante e, dall’altro, stimolante perché non avrò scovato anche l’ultimo evasore, e lo scoverò, non mi darò pace»

«Da queste analisi che stiamo facendo - dice il sindaco - sta emergendo che in passato non si è pensato di riscuotere il dovuto e che per molti sia normale che a provvedere allo smaltimento dei propri rifiuti siano altri cittadini pagando la Tari». E ancora: «Si sta configurando uno scenario da un verso agghiacciante e, dall’altro, stimolante perché non avrò scovato anche l’ultimo evasore, e lo scoverò, non mi darò pace».

Tre sono i filoni di lotta all’evasione su cui, da fine agosto, si sta concentrando l’amministrazione Rapinese: i singoli cittadini (sono state stimate in almeno 2800 le famiglie “fantasma” per l’anagrafe tributaria dei rifiuti), gli esercizi pubblici e le case vacanza. Sono previsti controlli informatici incrociati tra settori e a breve, nell’ambito della convenzione con l’Insubria, verranno messi nove laureandi esperti in diritto tributario ad analizzare le posizioni dei comaschi con poi notificare gli atti e cercare di riscuotere il dovuto. Si parla di alcune centinaia di migliaia di euro, ma le cifre finali potrebbero essere ben più alte.

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