Tari senza sconto, code e polemiche tra Pd e Rapinese

Il caso Altra giornata difficile a Palazzo Cernezzi con le domande di chi dovrà anticipare cifre non dovute - Il Pd accusa: l’esenzione? Il sindaco poteva mantenerla. La replica del sindaco: «Quando potevano non si sono opposti»

C’era anche un neonato, in braccio alla mamma, ieri mattina in coda all’ufficio Tributi del Comune dove, da lunedì, ogni giorno tra le 90 e le cento persone si presentano per chiedere chiarimenti sulla tassa rifiuti e, in modo particolare, sulla soppressione dell’esenzione per i redditi più bassi sostituita (in base a disposizioni nazionali) dal Bonus rifiuti che, però, prevede solo una riduzione del 25% che verrà applicata (probabilmente) con la seconda rata. Italiani e stranieri, tante donne di tutte le età, qualche marito, tutti in fila ad aspettare il proprio turno.

I 45mila avvisi

Da quando Palazzo Cernezzi ha iniziato a recapitare i circa 45mila avvisi per il pagamento della Tari, soprattutto coloro che negli ultimi anni erano risultati esenti e che, ora, si sono visti arrivare bollettini con il costo effettivo (anche di alcune centinaia di euro), hanno deciso di chiedere chiarimenti direttamente agli uffici. Da quanto si può ipotizzare erano circa un migliaio i nuclei familiari che, fino all’anno scorso, non pagavano nulla in quanto avevano un Isee fino a 8mila euro. Da quest’anno, invece, con l’entrata in vigore da gennaio del “Bonus sociale rifiuti” previsto dal Governo (e già indicato nel regolamento approvato dal consiglio comunale quattro anni fa), per ottenere l’agevolazione (del 25% e non più gratuità) bisogna avere Isee pari a 9.530 euro oppure fino a 20mila euro per i nuclei con almeno quattro figli a carico. Il Bonus, per chi soddisfa i requisiti, è riconosciuto automaticamente, senza necessità di presentare apposita domanda, ma negli avvisi inviati viene spiegato che la prima rata andrà pagata interamente e che lo “sconto” verrà applicato a saldo. Questo perché il Comune deve ricevere dall’Inps l’elenco degli aventi diritto, come previsto da Roma, e solo dopo potrà effettivamente ricalcolare la Tari (presumibilmente prima della seconda rata che, a quel punto, verrà rimandata rettificata alle famiglie interessate).

Nel frattempo il tema infiamma la politica. Ieri la capogruppo in consiglio comunale del Pd Patrizia Lissi e il collega Stefano Legnani in una nota hanno attaccato il sindaco Alessandro Rapinese: «Come era prevedibile, sono scoppiate le proteste dei cittadini che si sono visti revocare l’esenzione dalla Tari fino allo scorso anno prevista per coloro che avevano un Isee inferiore a 8mila euro. Il sindaco ha giustificato tale decisione sulla base del regolamento comunale che prevede tale revoca con l’entrata in vigore del bonus nazionale, che è però limitato a una riduzione del solo 25%». Poi l’affondo: «Rapinese però non dice che, trattandosi di un regolamento comunale, sarebbe stato possibile modificarlo, come gli abbiamo chiesto in consiglio comunale, per mantenere la precedente esenzione totale. Dimostrando ancora una volta in quale considerazione tiene le famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine della mese, si è però opposto a tale modifica. I cittadini adesso sanno quindi a chi rivolgere le proprie lamentele».

Le colpe degli altri

Secca la replica del primo cittadino che va al contrattacco: «Siamo alle solite, il Pd quando sente puzza di bruciato inizia a simulare e a dare la colpa agli altri. In questo caso, mi preme ricordare che, quando il Partito democratico avrebbe davvero potuto esprimere la propria contrarietà al provvedimento, si è astenuto. L’unica cosa che posso dire è che non mi capacito di come oggi possa indignarsi. Sicuramente il Pd non vincerà le elezioni, ma avrà senz’altro successo al prossimo festival del Cinema di Venezia».

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