«Tavolini, stop al Comune: servono misure più soft»

Confcommercio Sono circa 660 gli esercizi pubblici colpiti dalla norma. La categoria: «Applicazione graduale per evitare danni economici»

Confcommercio chiede ufficialmente al Comune di sospendere per il momento l’iter di approvazione del nuovo regolamento per le occupazioni di suolo pubblico che include il dimezzamento degli spazi esterni, ma anche una serie di prescrizioni valide per tutta la città su arredi (non sono ammessi divani, sgabelli, pouf, decorazioni varie), tipologia e colori di tavoli e sedie (solo metallo grigio antracite), ombrelloni (solo bianco perla con indicazione del numero di Ral),perfino tovaglie (solo tinta unita). Ieri pomeriggio si è infatti tenuto un incontro della categoria in via Ballarini tra i titolari di pubblici esercizi (in città sono circa 600) e l’associazione con in testa il presidente Giovanni Ciceri.

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Quattro punti chiave

Quattro i punti chiave partendo dal fatto che c’è una condivisione da parte di Confcommercio sulla necessità di razionalizzare gli spazi e unificare le procedure, ma che deve essere «improntata a criteri di chiarezza, equità e trasparenza». Il primo è la richiesta dello stop alle procedure per un confronto tra categoria e Comune, il secondo è la gradualità nell’applicazione delle norme dando quindi agli operatori un termine congruo tra l’approvazione definitiva e l’entrata in vigore. Vengono inoltre richiesti chiarimenti normativi e la necessità di rivedere alcuni criteri e calcoli. Infine si evidenzia il ruolo dei locali per mantenere viva e sicura la città.

Il caso Como sta diventando nazionale. «Confcommercio nazionale – spiega Ciceri – e la Fipe si stanno occupando della questione che, domani (oggi, ndr) sarà al comitato di presidenza della Fipe, insieme con la vicenda della movida di Milano».

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Ieri una nota Confcommercio ha proposto come detto «la sospensione temporanea dell’iter di approvazione del regolamento. Il coinvolgimento diretto dell’associazione di categoria maggiormente rappresentativa è infatti condizione essenziale per garantire che le nuove regole rispondano alle reali esigenze del comparto». In secondo luogo si parla di gradualità e adeguamento contro danni ingiustificati: «L’associazione chiede inoltre che venga previsto un termine ampio tra l’approvazione del regolamento e la sua effettiva entrata in vigore, consentendo così agli operatori di regolarizzare la propria posizione e di adeguarsi alle nuove disposizioni. Considerando che i controlli sul rispetto delle normative pregresse sono stati fino ad oggi sporadici, un’applicazione graduale della nuova disciplina è indispensabile per evitare danni economici ingiustificati, soprattutto in caso di scadenza delle autorizzazioni».

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Le misure

Su questo punto specifico Ciceri, che è anche il presidente del Pubblici esercizi – dice: «Non possiamo condividere, in particolare, la previsione che impone lo smontaggio delle strutture in attesa di rinnovo. Questa misura rischia di penalizzare le attività per una mera questione formale, senza tenere conto della complessità gestionale». Viene poi chiesto al Comune di chiarire una serie di aspetti tecnici e, in particolare, il nuovo calcolo delle misure interne e la definizione del concetto di “somministrazione” evidenziando come serva «un’interpretazione univoca e condivisa», ma si debba «tener conto delle esigenze particolari di ciascuna attività».

Ieri intanto il caso Como è andato su Unomattina, dove è intervenuto il sindaco Alessandro Rapinese che ha anche pubblicato sui social una lettera di appoggio arrivata da un cittadino di Bergamo.

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