Taxi, via libera al nuovo regolamento: «Servizio su turni e corse condivise»

La novità Approvato il testo dal consiglio comunale con solo due astenuti. In vigore tra 15 giorni. Autorizzate anche le “seconde guide”. Sulle nuove licenze, invece, nessuna indicazione di tempi

Taxi, turni, orari e ferie con il nuovo regolamento saranno meglio organizzati, quanto alle nuove licenze non ci sono ancora tempi certi.

Il consiglio comunale ha approvato a larga maggioranza (astenuti solo il capogruppo di Svolta Civica Vittorio Nessi e la capogruppo della Lega Elena Negretti) il nuovo regolamento delle auto bianche.

Cosa cambia

Tra le principali novità di sicuro una turnazione minima garantita con orari definiti così da coprire meglio tutto l’arco della giornata. Anche le ferie e le assenze dovranno essere giustificate e condivise con gli uffici e una commissione a cui siederanno i rappresentanti dei tassisti. Pena controlli e sanzioni da parte della Polizia locale. Come noto trovare un taxi libero a Como la sera o nei periodi a maggior afflusso turistico non è affatto facile.

L’altra novità importante sono le seconde guide, i tassisti potranno far guidare la loro auto così da aumentare le ore su strada non solo ai familiari, come già in parte accade, ma anche a persone terze, di fatto dei dipendenti. Un articolo del regolamento è dedicato alle autorizzazioni temporanee che la giunta può disporre per fronteggiare esigenze o eventi straordinari. Altro nuovo capitolo è il taxi sharing, ovvero delle corse condivise da attivare per dividere i costi.

Il nuovo regolamento è stato redatto due volte dalla giunta, il primo testo ha dovuto accogliere le osservazioni mosse dall’Autorità nazionale di regolazione dei trasporti. Ora il regolamento trascorsi quindici giorni può entrare in vigore una volta convocati i rappresentanti dei tassisti.

Nei prossimi mesi però il Comune intende inviare all’Autorità nazionale uno studio che comprenda tutti i dati relativi al servizio. Un monitoraggio da costruire anche con l’aiuto dei tassisti oltre che con una agenzia di consulenza esterna tale da giustificare la richiesta di nuove licenze. A Como i taxi sono 45 dal dopoguerra ma oggi la domanda è esplosa, complice il boom del turismo. Il sindaco Alessandro Rapinese in aula sul punto non si è sbilanciato, non ha immaginato tempi. Quando invece le iniziali speranze in campagna elettorale erano assai rapide. Anche il dirigente comunale Valentino Chiarion chiamato a rispondere non ha specificato il numero di licenze che il Comune intende chiedere. Il consigliere del Pd Stefano Legnani invece ha proposto, senza successo, di inserire nel regolamento la possibilità di condividere nero su bianco il servizio taxi anche con i Comuni vicini, da Brunate a Cernobbio, così che i taxi possano uscire dai confini della città. Sul punto però il sindaco ha detto che sono già in corso delle interlocuzioni con altri vicini sindaci.

La categoria

«Le regole ci vogliono, vogliamo anche noi organizzare meglio il servizio – commenta Alberto Tabacco, presidente di Cna Fita Taxi – poi tutto dipende dai controlli, in 35 anni di servizio non sono mai stato fermato dalla polizia. Anche il taxi sharing è una bella idea, bisogna però concordare le modalità, in altre città non ha molto funzionato. Stessa cosa per le seconde guide, non è detto che assumere dipendenti sia economicamente conveniente. Come potrebbe non esserlo attrezzare un taxi per un periodo limitato di tempo. Non sarà immediata nemmeno la comunicazione dei dati relativi alle corse, occorrerà capire l’adesione interna alla categoria. Noi abbiamo appoggiato questo percorso, non nascondiamo però alcune perplessità».

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