
Cronaca / Como città
Domenica 11 Maggio 2025
Taxiboat ed Ncc prendono la parola: «Non siamo delinquenti: vogliamo lavorare e regole certe»
Como Gli operatori: «Stiamo costituendo un Consorzio di società. Vogliamo aprire un dialogo con l’amministrazione»
Como
Parte come un diverbio, forse meglio un vivace scambio di opinioni, finisce con un’intervista. Luca Tironi è il titolare della Black Pearl, società attiva da circa tre anni nel noleggio di barche per i turisti. È il classico self-made man, quello che, perso il lavoro nel 2018, si è reinventato a dispetto della batosta covid (che ha colpito lui come tantissimi altri italiani).
«Abbiamo equipaggi di professionisti addestrati»
Nel corso dello scambio di opinioni, esclama: «Chiediamo da tempo al Comune di dialogare, e invece nulla». E allora partiamo da qui. Da questa richiesta di dialogo. «Noi - spiega Tironi - ci stiamo costituendo in un Consorzio. Siamo già una ventina di società e vogliamo essere riconosciuti non come recentemente disegnati, forse per disinformazione, quali “abusivi”. Perché se operiamo, con i controlli che ci sono oggi sul lago, è perché siamo nella legalità. Chi fa il rent con conducente sono tutti equipaggi professionisti, addestrati, con il corso di primo soccorso e in regola».
Le proposte
Scopo principale del Consorzio è il confronto, soprattutto con Palazzo Cernezzi: «L’obiettivo è potersi presentare al Comune proponendo un regolamento che migliori l’accesso e la gestione attuale al pontile di Sant’Agostino. Noi vorremmo che potessero attraccare al massimo quattro barche e il primo entrante, vedendole, si fermasse facendo una coda educata che permettesse anche di fare velocemente il carico e scarico».
Il personale di terra
Altro tema caldo, i cosiddetti buttadentro: «Non facciamo confusione. Innanzitutto: la presenza degli addetti di terra serve. Visto l’aumento importante di richiesta del servizio, dovuto anche alla grande mancanza da parte della Navigazione in termini di offerta, è essenziale organizzare il lavoro a terra in modo che l’accesso al pontile, il carico e lo scarico siano contingentati per non rendere pericolose le operazioni. E, in tre anni, di incidenti qui non ce ne sono mai stati». Ma, ora, il Comune vuole sanzionare questa attività. Colpa degli abusi? «È sempre il marinaio che rovina il porto, ma sono pochi quelli che si mettono magari nella coda del battello a fare promozione della propria attività. In ogni caso: siamo disposti anche a mettere dei capitali, di fronte alla volontà dell’amministrazione di migliorare il dialogo e il servizio. E se qui ci sono delle persone che vanno oltre, mettiamo regole chiare su cosa è lecito e cosa non lo è».
Chi sono i buttadentro?
Francesco Lombardi, della società “La dolce vita”, dovrebbe essere il referente del nascituro Consorzio dei taxiboat: «Il fenomeno dei buttadentro - dice - per noi è importante. Ma è altrettanto importante che si capisca come noi tutti abbiamo persone dipendenti, con contratti in esclusiva, che lavorano sul pontile per assicurare l’accoglimento dei clienti e per la sicurezza. È vero: è un ruolo che, in questo momento, non è chiaro. Uno degli scopi del Consorzio è proprio stabilire regole comuni per l’attività del personale sul pontile».
Infine Lombardi torna sulla questione degli abusivi: «Ci tengo a sottolineare come, in continuazione, molti ci dipingano come abusivi, persone che lavorano senza autorizzazioni. Così non è. Ci sono stati casi, ma è una goccia nel lago. Meritiamo rispetto e attenzione, anche da parte dell’amministrazione che non ce l’ha mai voluta dare. Forse perché pensa che la nostra sia un’attività che si basa su aspetti di illegalità diffusa, ma così non è. Incontriamoci e conosciamoci. Per il bene del turismo».
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