Teatro Politeama, dopo 22 anni finalmente è tutto del Comune

Il casoIl sindaco l’ha acquistato ieri all’asta per 1,3 milioni, ma avendo l’82% delle quote alla fine costerà solo la metà. Ci sono 80 soci irreperibili che potrebbero incassare dalla vendita dell’ex teatro

Lo storico teatro Politeama, che dal 1910 fa angolo tra viale Cavallotti e piazza Cacciatori delle Alpi è di proprietà esclusiva del Comune di Como.

L’apertura delle buste

Il sindaco Alessandro Rapinese ha infatti partecipato ieri mattina (accompagnato dall’assessore alle Partecipate Monica Doria e dal presidente del consiglio Fulvio Anzaldo) all’asta che si è tenuta nello studio notarile Caspani di via Pessina. Il primo cittadino aveva ottenuto il mandato (unanime) del consiglio comunale il 7 novembre scorso, nel quale era prevista per lui la possibilità di rilanciare, in caso di presenza di altri potenziali acquirenti, fino alla cifra massima di 4 milioni di euro.

Alle 11 di ieri mattina la certezza di aver concluso una vicenda che va avanti da 22 anni, cioè dalla morte dell’ultimo storico proprietario Alfredo Gaffuri, che aveva deciso di lasciare la sua quota di maggioranza (pari all’81,86%) al Comune di Como affinché portasse avanti l’attività del teatro. Nella sede dello studio notarile era stata depositata nei giorni e nelle ore precedenti una sola busta, quella consegnata direttamente dal sindaco giovedì scorso. Ecco che quindi è il Comune ad acquistare l’immobile “modernista” per la cifra minima possibile, pari cioè a un milione 262mila e 250 euro. Tra novanta giorni il perfezionamento della vendita con il saldo da parte del Comune (ieri ha versato un acconto-caparra) e le firme che formalizzeranno il passaggio di proprietà tra la società Politeama (in liquidazione) e Palazzo Cernezzi.

Della cifra pagata il Comune ne incasserà oltre la metà essendo detentore di poco meno dell’82% delle quote della società. «Sono molto soddisfatto e grato a questa amministrazione - il commento di Francesco Nessi, commercialista e liquidatore della società Politeama, presente anche lui ieri mattina all’apertura delle buste - per avermi concesso di concludere con successo il mio mandato. Per me questo è un punto d’arrivo, mentre per il Comune è un punto di partenza». E aggiunge: «Sono contento che un pezzo di Como sia stato messo in salvo con l’ obiettivo di rimetterlo a nuovo. Mi sembra che l’amministrazione abbia le idee chiare su quello che intende fare. Ora cercheremo di far sì che il tavolo di coprogettazione che abbiamo promosso e che ha lavorato in questi due anni possa dare il suo contributo per indirizzare il futuro del Politeama».

La situazione e gli altri soci

A conti fatti, al netto dei debiti e delle tasse (pari a circa il 28%) il Comune incasserà oltre 600mila dalla vendita e questo vuol dire che avrà pagato l’ex teatro una somma analoga.

Nessi conclude lanciando un appello ai possibili eredi dei soci dello storico teatro: «Mi rivolgo a chi ha un nonno o un bisnonno o un parente che ritiene possa aver posseduto quote del Politeama: può verificarlo al registro delle imprese e, nel caso, regolarizzare la situazione con le relative dichiarazioni, iscriversi nell’elenco soci e partecipare al riparto».

I soci complessivi sono 80, la maggior parte dei quali è irreperibile. Le quote, tra l’altro, sono anche piccolissime. Ad esempio c’è chi possiede 52 centesimi, pari alle vecchie mille lire di una volta. Casi, questi, in cui non vale ovviamente la pena farsi avanti visti i costi per sistemare gli atti rispetto ai pochissimi spiccioli di valore della quota acquistata dall’antenato amante di Como e del teatro. Chi, però, avesse, ad esempio l’1% potrebbe ritrovarsi a incassare dalla vendita dell’ex teatro circa 8mila euro. Insomma, una cifra non certo da buttare via.

Per chiarire ulteriormente il meccanismo, il Comune di Como, a fronte di un capitale nominale di 103mila euro, ne detiene 84.319 che corrisponde all’81,86%. Chi avesse quote farebbe presto a fare le dovute proporzioni.

E se i soci non dovessero farsi vivi? Trascorso un periodo definito dalla legge, il corrispettivo rimasto verrebbe ulteriormente ripartito tra quelli che si sono, al contrario, presentati.

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