Tentato omicidio in via Bixio, il giorno delle risposte: Michael oggi davanti al giudice

L’inchiesta Il giovane è accusato del tentato omicidio della compagna. Tanti i punti ancora da chiarire. Erika, intanto, resta ricoverata al Sant’Anna

Questa mattina in carcere, ad Albate, è in programma l’interrogatorio di convalida del fermo di Michael Patellaro, 25 anni, il giovane accusato di avere quasi ammazzato la compagna convivente Erika Dessi, di quattro anni più giovane, sorprendendola giovedì sera nel sonno nell’appartamento che la coppia condivideva in via Bixio.

L’interrogatorio di convalida del fermo è in genere il primo dei tanti o pochi “momenti della verità” che costellano il percorso di una indagine penale; e lo è perché all’indagato il codice offre la possibilità di fornire una prima versione dei fatti, sia pure, ovviamente di parte (la sua).

Il movente

Dall’incontro tra Michael e il giudice Massimo Mercaldo in programma stamattina ci si aspetta in altre parole che questo ragazzotto turbolento cresciuto nell’Olgiatese e trasferitosi in città da pochi mesi, riesca a spiegare i pochi, terrificanti minuti di blackout che l’hanno portato prima a infliggere una quindicina di fendenti alla compagna e poi ad allontanarsi lasciandola lì sul baratro della morte, per prendere la strada della stazione. Rabbia? Gelosia, come ha avuto modo di riferire una vicina con la quale Michael s’era confidato poco prima di giovedì? Oppure un raptus motivato da qualche altra ragione tra le tante che, pare, avevano fatto di quel loro rapporto un continuo tira e molla, prendere e lasciarsi, litigare e ritrovarsi? Accanto al suo difensore - l’avvocato comasco Ernesto Tedesco - Patellaro proverà a rispondere, ferma restando la possibilità di avvalersi della facoltà di non farlo, di scegliere la via del silenzio, altra opportunità che il codice concede agli indagati. Chi ha parlato, trovando la forza di farlo nonostante le condizioni, è stata invece lei, Erika, nata a Monza 21 anni fa ma cresciuta a Somma Lombardo, cameriera, ultimo impiego noto al bar della stazione di Varese. Ai poliziotti della Mobile ha riferito di essere stata aggredita se non nel sonno quantomeno nel dormiveglia, mentre prona riposava sul letto del piccolo appartamento di via Bixio.

Il coltello spezzato

Violento, Michael, violentissimo: i colpi inferti all’altezza del torace di lei - che si è subito ridestata ma che nulla ha potuto per difendersi dalla furia del fidanzato - hanno finito per spaccare il coltello da cucina, di cui gli agenti hanno recuperato lama e manico l’una separata dall’altro. Insomma: quello che manca, e che Erika non sarebbe stata in grado fin qui di riferire, è il perché, vale a dire un movente plausibile, qualcosa che valga a motivare questo quasi femminicidio d’un soffio sventato dal caso. In ospedale intanto, le sue condizioni migliorano, sia pure lentamente. È fuori pericolo; la speranza è che possa uscirne integra, se non nell’anima quantomeno nel corpo.

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