Tentato omicidio, scarcerato il diciottene

Il fatto Il secondo degli indagati agli arresti domiciliari dopo l’interrogatorio con il giudice. Locale chiuso, la Questura precisa: «Non è una sanzione ma un atto a tutela dei cittadini»

Il nuovo questore di Como, Marco Calì, ha firmato ieri il provvedimento che dispone la chiusura della discoteca “Venus Club” di via Sant’Abbondio per la durata di dieci giorni, una azione figlia di quanto disposto dall’articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Il provvedimento fa seguito ai fatti avvenuti nella notte tra il tra il 2 ed il 3 marzo scorsi, quando un giovane di 19 anni era stato accoltellato nei pressi della Santarella, dopo essere uscito dalla discoteca.

Secondo quanto ricostruito dalla Questura, il diverbio era iniziato dentro alla discoteca (pare solo verbale), mentre il fatto di sangue era avvenuto completamente all’esterno. Due gli indagati: un minorenne portato al Beccaria, e un diciottenne finito prima al Bassone e poi ai domiciliari.

Il precedente

La sospensione di dieci giorni è stata decisa dopo aver valutato il pericolo per l’ordine e la sicurezza con l’intento di prevenire ulteriori condotte violenze. Già il 7 giugno scorso il Questore aveva chiuso il “Venus” in seguito ad una lunga serie di episodi all’esterno della discoteca. Il 28 maggio infatti molti giovani si erano riversati in strada, dando origine ad una rissa che aveva coinvolto un centinaio di ragazzi.

Ma tornando ai fatti del fine settimana, il questore nel suo provvedimento ha riconosciuto le fatiche dei gestori della discoteca anche nel collaborare all’individuazione dei responsabili. Si legge infatti che le esigenze di «soddisfare le finalità preventive rispetto ai pericoli per l’ordine e la sicurezza pubblica», «prescindono dall’accertamento» dell’eventuale colpa per il titolare «essendo un atto volto alla tutela dei cittadini e non con natura sanzionatoria». In sostanza, nel bilanciamento degli interessi in gioco – da una parte la libertà dell’iniziativa economica della discoteca, dall’altra l’ordine e la sicurezza – per la Questura a prevalere è la seconda, vista la volontà di scongiurare altri fatti che possano determinare ulteriori e gravi conseguenze all’incolumità delle persone.

La difesa, con gli avvocati Simone Gatto e William Maggio, aveva presentato anche un dossier per dimostrare l’estraneità del locale ai fatti avvenuti in strada. Un documento che non è bastato a far cambiare idea alla Questura.

«Soggetti pericolosi»

La presenza, accertata dagli agenti, di soggetti pericolosi all’interno del locale, di fatto obbliga la Questura, al netto del fatto che quel filtro non può certo essere garantito dagli addetti alla sicurezza, a intervenire con il provvedimento di sospensione.

La difesa del Venus ha replicato ieri con poche e pungenti parole: «Una norma del 1931 che permette di chiudere un locale per un fatto avvenuto fuori dallo stesso – dicono gli avvocati Gatto e Maggio - è ben lontana da qualsivoglia garanzia per il cittadino. Il fatto grave è stato commesso da un indagato in carcere, e non può risponderne chi l’ha ospitato prima. Si chiuderebbe una scuola se un suo alunno dopo l’uscita accoltellasse un coetaneo? I filmati integrali consegnati agli inquirenti certificano che dentro il locale non è avvenuta nessuna colluttazione».

Ieri intanto si è tenuto l’interrogatorio del maggiorenne Niccolò Battistoni, arrestato in concorso con il minorenne per l’accoltellamento all’esterno della discoteca. L’arresto è stato convalidato e il giudice ha poi disposto poi i domiciliari.

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