Tomba a pezzi e furto della foto. A processo la moglie del defunto

Tribunale Comasca accusata di vilipendio delle tombe e di distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere

L’accusa è quella di aver non solo di aver rotto la lapide dell’ex marito, ma anche di averne rubato le ceneri, mai più ritrovate. Fatto che avvenne il 31 gennaio del 2021 nel cimitero di Monte Olimpino.

La donna, 60 anni, di Como, difesa dall’avvocato Barbara Gatti, deve rispondere alle contestazioni di vilipendio delle tombe e di distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere. I famigliari del defunto si sono costituiti parte civile.

Ieri, nel processo in Tribunale a Como, sono sfilati i primi testimoni. A parlare è stata la sorella del defunto, che ha ricordato il clima teso che c’era con la nuora «che non mi aveva nemmeno concesso di vedere mio fratello nei suoi ultimi mesi di vita». Ma a parlare sono anche stati i carabinieri di Como che portarono avanti le indagini («sulla tomba non erano presenti impronte, ma la foto della lapide fu poi trovata in casa della moglie», lapide che era stata infranta «impugnando i guanti ma utilizzando un grosso martello o una spranga») ed anche i colleghi dei Ris di Parma, che hanno evidenziato come la foto sequestrata nella casa della ex moglie avesse sul retro un «nastro adesivo molto particolare, compatibile con le tracce rimaste sulla lapide».

L’udienza è stata poi rinviata al mese di febbraio per sentire l’imputata. L’uomo era nato in Germania nel 1967 ed era deceduto all’età di 52 anni. In un primo momento si era pensato ad un atto vandalico, ma ad essere colpita con tanta cattiveria (fatto strano) era stata solo quella tomba. Quello che venne a galla poco dopo, con la testimonianza dell’impresa che aveva effettuato il funerale, era stata una telefonata della moglie della vittima che chiedeva una sepoltura più degna per il marito, lontano dai parenti. I fari inevitabilmente si spostarono a questo punto sulla consorte.

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