Tra madri perdute e vite salvate: TedX Lake Como regala emozioni forti

Villa Erba Standing ovation per Cristian Fracassi, l’ingegnere delle maschere usate nei reparti Covid . E poi il racconto della figlia di una “desaparecida”

Registra il tutto esaurito a Villa Erba anche la seconda giornata di TedX Lake Como, la rassegna ispirata al format statunitense Ted e approdata sul Lario grazie a un’idea di Gerolamo Saibene.

“Illimite” è il tema scelto dagli organizzatori come cornice all’edizione di quest’anno, la tredicesima. Un concetto che racconta la tendenza dell’uomo a desiderare il superamento dei propri limiti, nonostante le chiusure e le sfide sempre più delicate del tempo presente.

Il progetto delle protesi

Standing ovation del pubblico ieri mattina dopo l’intervento di Cristian Fracassi, ingegnere edile e architetto, fondatore del centro di ricerca Isinnova, con sede a Brescia. Fracassi è l’inventore della valvola che - applicata a semplici maschere da “snorkeling” - le ha trasformate in respiratori utili ai pazienti ricoverati nelle terapie intensive durante le fasi più acute dell’emergenza sanitaria. L’idea, per certi aspetti rivoluzionaria, ha permesso di salvare la vita a 186mila persone.

«L’impatto emotivo derivato da questa esperienza è stato per me fortissimo - ha detto Fracassi nel corso dei diciotto minuti a sua disposizione davanti alla platea -, tanto che nei due anni successivi ho deciso che non mi sarei più dedicato ad attività al servizio dell’altro. Troppo forte la pressione, eccessiva la paura di fare del male a qualcuno a causa di un mio possibile errore». Poi, alla fine del 2022, ecco un’altra svolta della sua vita: «Mi è stato chiesto di pensare alla realizzazione di protesi delle gambe, utili alla popolazione ucraina alle prese con il dramma del conflitto armato. L’obiettivo? Concepire uno strumento efficace spendendo meno di 500 euro. Il progetto ha preso forma: io e il mio team siamo riusciti a costruire il prototipo usando tubolari in alluminio per la struttura, materiali stampati in 3D per le componenti estetiche e fibra di carbonio per il calco del piede. Le protesi così realizzate verranno inviate non solo in Ucraina ma anche in altri territori dove la popolazione non ha la possibilità di acquistare ausili costosi ottenuti con le tecnologie tradizionali. Così, si punta a destinarle a Siria, Afghanistan, Costa d’Avorio». Una straordinaria invenzione, un sogno diventato realtà grazie alla convinzione che superare i propri limiti è possibile.

Sofia Borri, una vita nuova

La testimonianza di Sofia Borri esula dalla divulgazione scientifica ma riesce a toccare i cuori dei presenti. Nata in Argentina nel 1976, nel febbraio del 1978, in piena dittatura, vive l’esperienza più drammatica della sua vita perché assiste al rapimento e alla scomparsa della madre Silvia, che da quel momento diviene “desaparecida”. «Da quel giorno ho intrapreso un percorso di ricerca senza sosta. Per tanti anni ho aspettato mia madre, senza pormi domande, nella speranza che un giorno potesse tornare ad accogliermi. Dal 1982 vivo in Italia e mi sono ricostruita la mia esistenza. Ora so che mia madre non c’è più, ma mi conforta la certezza che mi abbia accompagnata in ogni mio passo e in ogni mia scelta». La storia di Sofia e di sua madre, Silvia, è contenuta nel podcast “Figlie” realizzato quest’anno per Rai Play con la collaborazione dell’autrice Sara Poma.

Ulteriori protagonisti dei “Ted-talk” nella mattinata di ieri i docenti Mauro Magatti e Carlo Ghezzi, l’economista delle materie prime Alessandro Giraudo e il campione di memoria Andrea Musii.

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