
Cronaca / Como città
Sabato 24 Maggio 2025
Trenord, indennizzi giù del 30% e sulle tratte lariane arrivano pochi spiccioli
I rimborsi Con il nuovo sistema in un anno sono scattati solo 14 volte su quattro direttrici. In Lombardia da 2,4 milioni di bonus a 76 mila euro: vuol dire alcune centinaia di euro per noi

Ritardi e cancellazioni restano, crollano però gli indennizzi per i pendolari. Ormai ad un anno dall’abolizione del vecchio bonus per il rimborso dei disagi sulle linee Trenord è possibile fare un confronto con il nuovo sistema di indennizzi. Indennizzi che già esistevano e il cui ammontare è stato parificato al precedente bonus, ma che tanto per cominciare scattano con molta meno frequenza. Il calcolo dei rimborsi infatti prima prendeva in considerazione le corse con oltre cinque minuti di ritardo, ora si parte da quindici minuti.
Negli ultimi sei mesi il calo nel numero dei rimborsi fatti è pari al 50%
Prese le quattro tratte che passano da Como (Chiasso, Saronno, Asso e Lecco) andando indietro di un anno esatto si scopre che l’indennizzo è stato riconosciuto 14 volte, mentre il bonus negli stessi mesi dell’anno precedente era stato saldato 20 volte. Il calo è pari al 30%. Le cose vanno peggio se guardiamo soltanto agli ultimi sei mesi: l’indennizzo sulle tratte comasche è scattato otto volte contro i 16 bonus riconosciuti nello stesso periodo dell’anno precedente, con un calo quindi del 50%.
Ma il problema vero, raccontano i comitati pendolari lombardi, è la mancata automaticità dell’indennizzo. Infatti - dicono i portavoce Manuel Carati, Giorgio Dahò, Andrea Mazzucotelli, Francesco Ninno e Franco Aggio - il bonus prima scattava ogni mese per tutti i pendolari della tratta sotto agli standard di qualità, persino per chi non aveva viaggiato. Mentre ora l’indennizzo bisogna chiederlo di volta in volta e può fare domanda solo chi ha acquistato un abbonamento relativo alla mensilità oggetto del rimborso.
La Regione risparmia
Così facendo l’indennizzo a Trenord costa ormai assai poco. A livello lombardo da aprile a ottobre Trenord ha indennizzato i pendolari per 76mila euro, circa 16mila euro al mese, con il vecchio sistema i rimborsi nel 2023 superavano nello stesso periodo i 2,4 milioni. Ovvero 32 volte di più. Sul nostro territorio, fatte le dovute proporzioni, gli indennizzi valgono ormai in tutto qualche centinaio di euro al mese. Non si placano in compenso le lamentele circa i ritardi e le cancellazioni. Basti dire che, secondo le tabelle riportate dalla stessa Trenord, i pendolari comaschi arrivati in stazione hanno in media il 10% di probabilità di restare a piedi o di arrivare molto tardi. Su 42.781 corse delle quattro tratte comasche, 3.757 non sono mai arrivate o hanno raggiunto la destinazione con almeno un quarto d’ora di ritardo, spesso ben di più. Un dato che, in realtà, è sottostimato. Infatti il calcolo dell’indennità solo dall’ultimo mese analizzato, febbraio 2025, tiene conto anche dei treni parzialmente soppressi. Dunque, ad esempio, delle corse che invece che arrivare a Chiasso si fermano in San Giovanni, oppure a Carimate. Un fatto che, sanno bene i pendolari comaschi, succede non di rado.
Le soppressione parziali
Fino a gennaio Trenord calcolava soltanto le corse soppresse totalmente. Questa variazione non di poco conto è stata introdotta solo dopo le segnalazioni dei comitati pendolari, a lungo inascoltate, e un procedimento formale avanzato dalla Autorità di regolazione dei trasporti.
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