
Cronaca / Como città
Venerdì 04 Luglio 2025
Troppo caldo e non solo nei cantieri: tra rider e mercato, torrida estate al lavoro
La situazione Dalla stazione ai banchi lungo le mura. Per gli operai pausa alle 12, ma i fattorini non si fermano. E i venditori ambulanti: «Il sabato è il giorno peggiore»

Como
Intorno alle 12 gli operai del cantiere della stazione di Como Borghi si tolgono la tuta da lavoro e infilano la testa sotto un getto d’acqua, per poi cambiarsi e lasciare il cantiere per la pausa pranzo. Troppo caldo per continuare a lavorare anche nel cantiere in via Sirtori, di fronte all’ingresso del mercato coperto. Così la Como che lavora all’aperto si è messa al riparo dalle alte temperature che ieri hanno avvolto la città, con un picco abbondantemente preannunciato di 36 gradi. Eppure, altre categorie di lavoratori del centro non hanno potuto fare lo stesso.
Sotto i tendoni
«Il vero problema per noi è il sabato - racconta Federica Frison, che si occupa da anni di un banco del mercato dove vende capi di abbigliamento - Stare qui mezza giornata è sopportabile, ma di sabato c’è chi soffre di più perché lavoriamo tutto il giorno». La sua bancarella è a ridosso delle mura, ma vicina alla torre San Vitale, dove si crea un arco attraverso cui per fortuna soffia un po’ d’aria.
«La situazione è più pesante per chi ha il posto vicino alle mura», conferma Gigi Farina. Lui con il suo banco di abbigliamento è presente al mercato di Como da 39 anni e di estati calde ne ha viste parecchie: «Le persone di 60 e 90 anni, che per molti di noi sono la clientela più folta e assidua, con queste temperature preferiscono stare in casa». Fatta eccezione per quelli che si alzano presto la mattina appositamente per andare al mercato quando ancora le bancarelle sono in fase di allestimento.
«Ci sono alcuni oggetti che preferisco ritirare se c’è troppo sole e le temperature diventano eccessive», spiega invece Ciro Papia, meno preoccupato delle conseguenze del caldo su sé stesso che sulle cinture e borse in cuoio che vende. La maggior parte dei lavoratori alle bancarelle del mercato è dell’idea che il caldo faccia parte del mestiere. «Per noi è sempre stato così - confermano Stefano Gregorio e la moglie, che gestiscono lo storico banco di pollo allo spiedo davanti a Porta Torre - Semmai quando fa così caldo possiamo stare tranquilli che non ci siano le api, che spesso invece ci perseguitano a giugno o a settembre».

A Vanna Pedone invece proprio sabato scorso è capitato di dover lasciare il posto di lavoro dopo essersi sentita male per il troppo caldo: «In casi come questo avvisiamo il Comune, cui dobbiamo garantire una presenza continua, ma con il cambio delle temperature c’è anche l’emergenza temporali che dobbiamo tenere in considerazione. Sono sempre più improvvisi e violenti e in certi casi non facciamo in tempo ad avvisare: dobbiamo smontare tutto e andarcene. Ma c’è comprensione».
Le consegne a domicilio
Al lavoro nelle ore più calde della giornata ci sono anche i tanti camerieri in servizio tra i tavoli dei bar e dei ristoranti del centro. E poi, tra le 12 e le 14, sono numerosi i rider al lavoro per portare pasti a domicilio per aziende come Deliveroo e Glovo. Quest’ultima è finita al centro delle cronache per l’iniziativa lanciata negli scorsi giorni di pagare con una percentuale più alta i rider disposti a fare consegne anche a temperature estreme. L’iniziativa è poi stata sospesa nella giornata di ieri per le proteste suscitate. L’invito dei sindacati è anzi quello di ridurre la richiesta di consegne nelle ore più calde.
«Per noi è tutto uguale» racconta però un gruppo di rider appena scesi dalla bici per prendere un po’ di fresco in via Albertolli. «Solite consegne, come sempre», confermano prima di riprendere a lavorare, sotto il sole cocente e mentre i termometri in città segnano 36 gradi.
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