«Troppo care le tariffe di Comocalor». L’Antitrust indaga, l’azienda: «Siamo in regola»

Energia Garante della concorrenza alla società del teleriscaldamento: aumenti ingiustificati. A stabilire i prezzi una convenzione con il Comune che li lega all’andamento del costi del gas

Le tariffe applicate da Comocalor ai propri clienti sono «eccessive» e creano «extraprofitti non giustificati». E gli aumenti di quest’ultimo anno sarebbero ingiustificati al punto da «integrare una violazione» delle norme. L’Antitrust apre un’inchiesta sulla Comocalor o, più precisamente, nei confronti di A2a (socio di riferimento di Acinque, che controlla direttamente Comocalor), per accertare l’esistenza di un abuso di posizione dominante sui prezzi del teleriscaldamento.

In buona sostanza: secondo il Garante della concorrenza e del mercato i prezzi applicati ai clienti del teleriscaldamento di Como sarebbero eccessivi e, soprattutto, frutto di una posizione dominante della società che gestisce l’impianto per conto di Palazzo Cernezzi. Nel documento, secondo le anticipazioni riportate sul quotidiano economico “il Sole 24 Ore”, l’Autorità garante sostiene che «in un contesto dominato da aumenti estremamente significativi del costo del gas registrati a partire dagli ultimi mesi del 2021» il prezzo applicato da Comocalor «appare essere suscettibile di integrare una violazione per la rete di teleriscaldamento di Como, che produce una quota prevalente del calore tramite termovalorizzazione dei rifiuti, nella misura in cui abbia comportato l’applicazione di prezzi eccessivi, generando extraprofitti non giustificati per Comocalor e per Acinque, società da cui essa acquista il calore».

La contestazione del garante

In sintesi il concetto è questo: siccome Comocalor non ha concorrenti sul fronte del teleriscaldamento, ha potuto alzare le tariffe per gli utenti finali pur senza che questo incremento fosse giustificato da un aumento dei costi. E in effetti, almeno per una parte del ragionamento, è andata proprio così: Comocalor, che recupera l’88% dell’energia che produce dall’inceneritore, con costi quindi limitatissimi, ha adeguato le tariffe per i consumatori all’andamento del prezzo del gas, che com’è noto nell’ultimo anno e mezzo è schizzato alle stelle.

Il problema, però, in questo caso è il meccanismo introdotto dalla convenzione - di trent’anni fa - siglata con il Comune di Como quando la rete di teleriscaldamento è stata data in gestione a Comocalor. Quella convenzione, e non eventuali scelte aziendali, sarebbe alla base degli incrementi dei prezzi. Ciò detto l’Antitrust ha avviato un’indagine e una procedura di accertamento per stabilire se le regole del mercato sono state rispettate oppure no.

Così A2a e Comocalor

Per contro da un lato A2a fa sapere «che le reti interessate» dall’indagine dell’Autorità «sono gestite dalla società Comocalor, controllata da Acinque, non soggetta a direzione e coordinamento da parte del gruppo A2A», e Comocalor precisa: «La società, che fornisce il servizio nella città di Como è stata interessata direttamente da tale istruttoria ed ha fornito all’Autorità tutte le informazioni e la documentazione richieste. Si ritiene doveroso precisare che la società ha sempre operato ed opera, pur in regime di prorogatio, in modo trasparente e in piena attuazione delle disposizioni della Convenzione di Concessione per il pubblico servizio di teleriscaldamento».

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