
Cronaca / Como città
Venerdì 01 Agosto 2025
Trasloca a Dubai con i soldi del “110”. I fornitori? Pregiudicati o evasori totali
L’inchiesta Il titolare dell’azienda comasca accusata di frode ha spostato la residenza in Arabia. Il denaro della presunta truffa sui superbonus dell’edilizia in fuga verso Svizzera e Canarie
Como
Il giovane imprenditore comasco finito sotto accusa perché sospettato di aver messo in piedi una truffa da oltre 8 milioni di euro sulle ristrutturazioni pagate dal superbonus edilizio poteva contare su un giro molto ampio di fornitori. Aziende che, almeno sulla carta, nel giro di un paio di anni hanno fatturato svariati milioni per forniture, lavori, prestazione d’opera. Aziende tutte (o quasi) con un unico comun denominatore: essere amministrate da indagati, pregiudicati o evasori totali.
Più indagavano sui trenta cantieri gestiti dalla Scifo Restauri Srls di Faloppio, più i finanzieri della Compagnia di Olgiate Comasco si imbattevano in nomi noti alle banche date di polizia. Ad esempio il socio unico della John & Rambo srls, Domenico Albanese, è già stato condannato e ha preso come amministratore della sua società un suo ex dipendente che licenziato dopo il periodo di prova e che era pure sotto indagini per reati tributari. O ancora: Alfredo Danzi, legale rappresentante della Giulia srl, della Athene srl e della Edildan srl tutte con sede (fittizia) a Milano in viale Abruzzi allo stesso identico numero civico, ha precedenti penali per reati tributari. Le sue società hanno emesso oltre un milioni di fatture per operazioni ritenute inesistenti. Oppure Alexandra Iona Gata, amministratrice della Cimafer srl (sempre di Milano), accusata di aver fatturato alla Scifo Restauri di Faloppio 1,4 milioni per operazioni inesistenti, risultava essere totalmente sconosciuta al fisco.
Follow the money
Ma al di là dei retroscena connessi con i protagonisti del fascicolo, per il quale la Procura di Como ha notificato 12 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, uno degli aspetti sui quali stanno lavorando gli uomini della Guardia di finanza di Olgiate è il più classico “follow the money”. Ovvero: quegli oltre otto milioni di truffa aggravata contestata a Sebastiano Scifo e soci, che fine hanno fatto?
Le fiamme gialle qualche piste l’hanno seguita e qualche destinazione l’hanno anche individuata. Ad esempio gli Emirati Arabi, e in particolare a Dubai, dove peraltro il giovane imprenditore titolare della Schifo Restauri di Faloppio ha trasferito la propria residenza. Ma anche le isole Canarie, dove sono emerse società e proprietà immobiliari riconducibili ad altri componenti della famiglia Scifo e che, sospettano le fiamme gialle, potrebbero essere state acquisite con il denaro dei cantieri in parte abbandonati in parte sovraffatturati, sempre stando alla tesi investigativa.
La difesa dell’architetto
Nel frattempo l’avvocato Walter Gatti, legale dell’architetto comasco Emanuele D’Orazio (indagato con l’accusa di aver proceduto all’asseverazione di un lavoro che per l’accusa è stato sovraffatturato per 220mila euro) fa sapere non solo che il suo cliente «è totalmente estraneo alle accuse e al giro contestato dalla Guardia di finanza», ma di aver anche depositato una consulenza «su quei lavori che dimostra come l’asseverazione tecnica del mio assistito è regolare e la domanda di detrazione fiscale non eccedeva l’ammontare dei lavori effettivamente eseguiti».
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