Truffa sull’incidente stradale, l’avvocato: «Sono io la vittima»

L’inchiesta I difensori del legale indagato: «È stato lui il primo a denunciare». Misura cautelare revocata già il 27 febbraio. «Nessun debito con il fisco»

«È stato l’avvocato Giacomo Rodolfi il primo a promuovere l’azione legale per il reato di truffa ai danni della compagnia di assicurazione nei confronti dello stesso gruppo di clienti che hanno querelato il nostro assistito». E l’utile che la guardia di finanza e la Procura di Sondrio definiscono non lecito, «è in realtà stato oggetto di un accordo con i clienti che hanno riconosciuto l’importo per l’ottimo risultato raggiunto nella gestione del sinistro» ed infine, «le somme sono state regolarmente fatturate» e «non sussiste alcun debito per questioni tributarie».

La nota della difesa

È durissima la replica della difesa del legale del foro di Como, che porta la firma degli avvocati Michele Miccoli e Riccardo Gabaglio, in merito alla presunta truffa ai danni di clienti che era stata segnalata dalle fiamme gialle valtellinesi. I difensori sottolineano come, contrariamente a quanto comunicato mercoledì dalla guardia di finanza di Sondrio, «già in data 27 febbraio (quindi più di due settimane prima, ndr) su istanza di questa difesa, era stata già revocata la misura cautelare personale applicata dal gip di Sondrio all’avvocato Rodolfi».

Il legale comasco è accusato di essersi intascato 300mila euro di compensi ritenuti non dovuti e legati a una causa di risarcimento per un incidente mortale avvenuto nel 2019 in Valtellina. Secondo i famigliari della vittima, il legale avrebbe ottenuto il risarcimento delle spese legali senza dirlo agli assistiti e chiesto «un ulteriore compenso di 300mila euro».

Mercoledì, avevamo provato a contattare l’avvocato Rodolfi senza riuscirci. Ieri, è stato lo stesso legale a replicare come le indagini sul suo conto «avessero sbagliato bersaglio» essendo lui «il truffato». Nel pomeriggio il comunicato dello studio legale che lo assiste in cui viene fatto il punto della situazione, partendo dal fatto che la misura cautelare personale era in realtà già stata revocata molto prima dell’invio del comunicato stampa.

«L’avvocato Rodolfi – si legge – evidenzia di essere stato il primo a promuovere l’azione penale per il reato di truffa ai danni della compagnia di assicurazioni nei confronti dello stesso gruppo di clienti che hanno querelato il nostro assistito, generando il procedimento penale pendente davanti alla Procura di Sondrio. L’utile che viene definito non lecito, è in realtà stato oggetto di un accordo con i propri clienti, che hanno riconosciuto l’importo di euro 335.000 lordi per l’ottimo risultato raggiunto nella gestione stragiudiziale di un sinistro mortale, dal quale hanno ricavato la somma capitale di euro 1.050.000 a titolo di risarcimento del danno. La somma è stata regolarmente fatturata e confluita nella dichiarazione dei redditi».

Indagini in corso

Le indagini difensive – scrivono ancora i legali di Rodolfi – sono «attualmente in corso» e cercheranno di dimostrare «la legittimità del compenso». Poi la conclusione: «Non sussiste alcun debito per questioni tributarie accertato con sentenza passata in giudicato, in quanto il processo è ancora pendente avanti alla Corte di Cassazione».

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