Truffe informatiche, che numeri. Dopo la pandemia querele aumentate del 50%. Ma crescono anche le persone denunciate

Sicurezza Undici presunti truffatori segnalati alla Procura solo a inizio anno. E i carabinieri consigliano: «Serve prudenza, al primo sospetto denunciate»

Compravendite su siti che propongono in vendita grandi marchi a prezzi stracciati, falsi annunci, adescamenti tramite sms inviati da soggetti che si presentano come banca o società di spedizione e che invitano a selezionare un link ed inserire le proprie coordinate bancarie. I carabinieri della compagnia di Como, dopo la pandemia, hanno registrato un incremento di oltre il 50% delle denunce di truffe telematiche. Basti pensare che si è passati da una media di 300 denunce all’anno nel 2019 a ben 480 lo scorso anno. Aumentano anche le denunce a carico dei truffatori. La stazione di Albate dei carabinieri, ad esempio, dal periodo precedente alla pandemia al marzo appena passato hanno individuato, e denunciato, circa 60 truffatori, con una progressione esponenziale di anno in anno.

Solo a gennaio sono state ben 11 le persone denunciate per questo tipo di reati. Il 31 marzo scorso i militari di Albate hanno identificato in un pregiudicato della provincia di Catanzaro, il responsabile di una truffa da 150 euro per essersi fatto ricaricare una carta prepagata in cambio della consegna di un oggetto mai avvenuta: il tracciamento del denaro ha portato all’indagato. Lo scorso febbraio, una donna di Montorfano, ha stipulato un falso contratto assicurativo on-line per ben 800 euro circa, ricaricando - anche in questo caso - una Postepay: le indagini dei carabinieri hanno condotto a un albanese residente a Novara, anche in questo caso, plurirecidivo.

I militari hanno rilevato, nel corso delle numerose indagini sui raggiri telematici che, nella maggior parte dei casi, gli autori approfittano della disattenzione delle vittime. In particolare è emerso come determinante, per evitare di cascare nella rete degli autori delle truffe, è evitare una serie di comportamenti: come quelli di cercare prodotti a prezzi estremamente vantaggiosi (e fuori mercato) oppure rispondere a comunicazioni che chiedono di avere dati sensibili in maniera irrituale. Alcuni casi, poi, sono veri e propri paradossi. È accaduto a chi ha messo in vendita prodotti on line e si è trovato a versare soldi all’acquirente, con la scusa di testare la modalità di pagamento. Addirittura, in un caso è emerso come il malcapitato sia stato portato a credere di dover fare tre bonifici con la causale “annullamento bonifico” per rimediare a quanto fattogli credere per sms.

I suggerimenti dei carabinieri

«I consigli dei carabinieri - spiega il comandante della compagnia di Como, il capitano Giovanni Di Nuzzo - sono di avere un atteggiamento prudente e soprattutto di evitare un contatto diretto se si nutrono sospetti: ad esempio, nel caso in cui un sms dovesse comunicare anomalie sul conto corrente, invitando a selezionare un link collegato, sarebbe meglio contattare autonomamente la propria banca. I militari sono sempre a disposizione dei cittadini e invitiamo a sporgere querela sempre, anche nei casi che possono sembrare più banali, perché la conoscenza del modus operandi passa anche dalle diverse casistiche che si incontrano».

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