Un parente dell’attentatore di Bruxelles vive a Como

Il caso Un “lupo solitario” uccise due turisti svedesi lo scorso ottobre nella capitale belga. Ora l’inchiesta si estende a un’abitazione della nostra città: carabinieri dei Ros in azione

Le indagini sull’attentato di Bruxelles, in Belgio, avvenuto il 16 ottobre scorso e che era costato la vita a due cittadini svedesi, toccano anche il centro della città di Como. Nelle scorse ore gli uomini del Raggruppamento Operativo Speciale (Ros) dei carabinieri hanno raggiunto e perquisito una casa abitata da un parente dell’attentatore. Quest’ultimo, Abdesalem Lassoued, era rimasto ucciso nelle operazioni di polizia che seguirono i fatti di sangue.

Non filtrano altri dettagli sull’operazione e sulle perquisizioni. In merito a quanto avvenuto a Como, comunque, si sarebbe trattato di una perquisizione esplorativa, possibile in questi casi di terrorismo internazionale, dopo precise indicazioni arrivate dall’estero su obiettivi da approfondire, 18 per la precisione. Uno di questi era appunto in città, ovvero un parente – non si sa di che genere e grado – che aveva avuto in passato contatti con il tunisino in azione a Bruxelles.

Con questa operazione, i Ros di Bologna – è la procura felsinea a coordinare le indagini – hanno cercato nella casa del centro di Como eventuali elementi ritenuti di interesse investigativo per fare chiarezza sul mondo che ruotava attorno all’attentatore. Un filone di indagine unico, in cui hanno operato anche gli uomini della Digos (sempre di Bologna) dividendosi i 18 obiettivi. La nostra città, infatti, non è stata l’unica toccata dalle indagini. Le altre sono state Bologna, Brescia, Fermo, Ferrara, Lecco, Macerata, Teramo, Palermo, Perugia, Roma, Torino, Trento e Udine.

Il decreto di perquisizione era stato emesso dal procuratore distrettuale Giuseppe Amato e dal pm Stefano Dambruoso della Direzione Distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo di Bologna. I perquisiti rientrano in quella che era la cerchia di relazioni ma anche di contatti web di Lassoued, in cui non mancavano contenuti riconducibili all’estremismo islamico. Secondo quanto si è appreso ieri, per alcune persone ritenute vicine all’attentatore è già stato definito l’iter di espulsione dall’Italia.

A questi approfondimenti investigativi si è arrivati dopo il lavoro svolto dalla polizia belga in seguito all’attentato di Bruxelles. Un approfondimento investigativo che ha portato a fare luce sulla vita di Abdesalem Lassoued, rimasto in Italia in un periodo compreso tra il 2012 e il 2016 dopo essere sbarcato a Lampedusa nel 2011.

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