Una comasca dal Papa, il racconto: «Conosce la nostra onlus e l’impegno in Africa»

L’incontro Amici per il Centrafrica in udienza privata. Roberta Millefanti: «Abbiamo rappresentato i volontari Ci ha spronato a continuare con i progetti di carità»

«Una mano forte, vigorosa, a discapito delle apparenze». Descrive così la stretta di mano con Papa Francesco la comasca Roberta Millefanti, dell’associazione Amici per il Centrafrica, che ha incontrato il Santo Padre mercoledì scorso.

Un’occasione di festa

Roberta si trovava a Roma insieme a Cristina Ceresoli, vicepresiente dell’associazione con sede a Limido, e Marta Moretti, consigliera di Amici per il Centrafrica, per celebrare i 25 anni di sacerdozio del cardinale Nzapalainga, arcivescovo di Bangui (capitale della Repubblica Centrafricana).

«Ci trovavamo all’interno di Sala Nervi - racconta, ancora emozionata, Roberta- per una catechesi con tutti gli invitati ai festeggiamenti. Poi il Papa ha preso da parte una ventina di noi, in un angolo della sala, e ci ha concesso un’udienza privata».

Le parole del pontefice

Quello il momento in cui la comasca ha potuto stringere la mano di Papa Francesco: «Si è avvicinato a noi in sedia a rotelle, ma per parlarci si è poi alzato in piedi e io ero vicinissima a lui. Abbiamo parlato di Amici per il Centrafrica e dei progetti che stiamo portando avanti a Bangui». Progetti in cui i volontari comaschi - 30 in totale - sono seguiti proprio dal cardinale Nzapalainga, vicinissimo a Papa Francesco, che lo nominò cardinale a soli 49 anni facendo di lui non solo il primo della Repubblica centrafricana, ma anche il più giovane del collegio cardinalizio.

«“Continuate a collaborare con questo qua, si lavora molto bene con lui” mi ha detto il Papa. Sorrideva e ricordava le altre occasioni in cui ha sentito parlare di Amici per il Centrafrica».

L’associazione comasca infatti era presente nel 2015 all’apertura della porta sacra di Bangui, in occasione del Giubileo della misericordia, e poi ancora era stata tra le realtà sociali beneficiarie dei ricavati derivanti dalla “Lamborghini del Papa”, donata al Santo Padre e poi messa all’asta nel 2017 per sostenere progetti di carità.

Interessato all’associazione comasca

«Sono stata vicina al Papa in più occasioni, durante l’Angelus, ma questa è stata la mia prima udienza privata - continua Roberta - e l’emozione di parlare con lui è indescrivibile». A Papa Francesco la comasca, insieme alle colleghe di Amici per il Centrafrica, ha raccontato, nel corso dell’udienza durata una quindicina di minuti, l’evolversi dei progetti. «A Bangui abbiamo costruito il centro “La joie de vivre”, con scuole dalla materna fino al liceo, poi un dispensario pediatrico che offre cure gratis fino ai 15 anni, un centro ottico e uno dentistico e una scuola di formazione per insegnanti in convenzione con il governo della Repubblica Centrafricana».

Progetti che il Papa ha seguito negli anni e i cui successi mercoledì 9 agosto ha festeggiato insieme alle tre rappresentanti dell’associazione comasca. Una soddisfazione anche personale per Roberta: «Ho un grande amore per l’Africa fin da ragazzina e questo Papa è stato quello maggiormente aperto nei confronti del continente africano. È stato molto felice di ricevere in dono la maglietta dell’associazione Amici per il Centrafrica».

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