Una visita oculistica? Ci vogliono 268 giorni. Ats chiede ancora aiuto ai privati

Salute La sanità pubblica chiede collaborazione per ridurre liste d’attesa quasi fuori controllo. Dalla cardiologia alla dermatologia, l’elenco completo delle prestazioni più richieste

Trovare un posto per esami e ricoveri è sempre complicato, per una cataratta a San Fermo bisogna aspettare 268 giorni, per una spirometria al Valduce ci vuole quasi un anno. Cercata ieri una Tac nel Comasco attraverso il fascicolo sanitario risultava un appuntamento solo da Synlab.

Dunque Ats Insubria ha chiesto per la seconda volta ai privati di erogare più prestazioni così da snellire le code entro la fine dell’anno. Su questo capitolo per il nostro territorio la Regione aveva stanziato più di tre milioni di euro. Superata l’estate, esaminate le perduranti criticità sui tempi d’attesa, ecco allora un nuovo avviso.

Dall’urologia alla chirurgia

Nel prospetto delle prestazioni aggiuntive chieste agli ospedali accreditati l’esame con la richiesta numerica maggiore è la prima visita oculistica, 880 nuove valutazioni specialistiche da fare in più. Nel documento si leggono anche 500 elettrocardiogrammi aggiuntivi, 300 visite dermatologiche, 300 ecografie dell’addome superiore, 250 valutazioni dall’urologo e altrettante dall’ortopedico, 200 mammografie bilaterali, 200 ecografie alla mammella, 200 prime visite di chirurgia generale. C’è anche un prospetto per le operazioni, anche se manca una quantificazione esatta, che comprende per esempio interventi di angioplastica coronarica, colecistectomia in laparoscopia, emorroidectomia, interventi per l’ernia inguinale, per la protesi dell’anca e per la rimozione di tumori maligni al colon, al retto e alla prostata.

Gli ospedali privati possono, a fronte di un riconoscimento economico calcolato sul tariffario base, avanzare entro i primi di novembre la propria disponibilità.

Sempre in tema di snellimento delle attese, questa volta per i soli ricoveri, Ats ha concesso agli ospedali privati e accreditati uno rimodulazione dei tetti, pari al 5%. Semplificando una quota dei ricoveri a bilancio per fare degli interventi programmati era stata destinata ai cittadini provenienti da fuori Regione. Questo bacino di operazioni però entro al fine dell’anno non verrà esaurito. Quindi i privati hanno chiesto e ottenuto di poter spostare queste risorse sui cittadini residenti in Lombardia. Molte piccole realtà hanno un’utenza radicata sul territorio, non è come per i grandi ospedali milanesi che calamitano pazienti da tutto lo stivale.

Si tratta comunque tutte di misure tese a far ripartire la macchina della sanità, frenata da anni di pandemia.

Gli investimenti regionali

Occorre pensare che anche in questa ultima piccola ondata Covid, iniziata a ottobre, una percentuale di posti letto sono stati occupati da malati infetti che hanno drenato spazi e risorse professionali degli ospedali, soprattutto pubblici, il Sant’Anna ha retto l’urto. A inizio mese la Regione ha fatto sapere che gli investimenti del “Piano per le liste d’attesa 2022”, per recuperare le visite di specialistica ambulatoriale e i ricoveri programmati in tutta la Lombardia, sono stati circa 84 milioni di euro. Nella prima fase l’impegno si è concentrato sull’oncologia, per garantire i tempi d’attesa delle operazioni relative a patologie tumorali, malattie che hanno avuto anche in epoca Covid una sorta di corsia preferenziale.

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