Per la bocciofila di Como spunta un’alternativa: oggi sopralluogo in via Zezio

Il caso Il sindaco Rapinese propone la soluzione dei campi del bar Vignetta. Lo storico Dominioni: «Un peccato svuotare questo serbatoio di memoria»

Cercansi nuovi campi per la bocciofila, spunta l’idea del bar Vignetta in via Zezio.

Gli anziani che dal 1948 gestiscono i campi accanto al Museo Giovio hanno ricevuto a luglio lo sfratto dal Comune. Entro domani devono lasciare i locali, è imminente l’avvio dei cantieri per allestire la mostra delle monete romane nella vicina ex chiesa dalle Orfanelle. Gli appassionati di bocce però chiedono soluzioni alternative. Non intendono andarsene dopo 75 anni dal loro ritrovo e dunque danno appuntamento alla cittadinanza domani alle 17. Sono attesi giocatori, pensionati, consiglieri comunali, referenti regionali e del Coni i cui legali sono già stati interessati.

Il sopralluogo

«Vediamo se davvero il Comune intende darci il ben servito – spiega il vice presidente della bocciofila Renato Fumagalli – Aspetteremo in sede tutti insieme. In realtà un primo confronto con il sindaco Alessandro Rapinese l’abbiamo avuto proprio ieri, sono due mesi che chiediamo un incontro. È passato di qui insieme ad altri amministratori per un sopralluogo nell’ex chiesa dove verranno esposte le monete romane. Ci ha fatto vedere il progetto, è molto bello, sono stati stanziati molti soldi per rimettere a nuovo il museo. Però la nostra sede verrà abbattuta. Verrà dato maggior spazio ai giardini. E dunque di nuovo abbiamo chiesto una soluzione per noi, degli spazi alternativi. Per non gettare al vento una storia lunga tre quarti di secolo». Alla bocciofila ieri sindaco e consiglieri hanno proposto un sopralluogo al bar Vignetta di via Zezio. Dentro a questa attività infatti ci sono due campi inutilizzati. «È un luogo privato, bisognerà confrontarsi con i proprietari – spiega Fumagalli – oltre a trovare le risorse per mettere a posto le piste in maniera che siano regolamentari e ospitare i campionati della federazione. Oggi i nostri campi sono gli unici in città ad avere tutte le carte in regola. E poi vorremmo avere un ritrovo nostro dove trascorrere il tempo e stare insieme». Appassionati di bocce e primo cittadino, aperti al dialogo, si sono comunque dati appuntamento per visionare i campi della Vignetta, in attesa di giovedì.

Conservare la storia

«Io sono più che disponibile – dice Luciano Pestuggia, titolare del bar di via Zezio – avevo proposto i miei campi anche agli ex responsabili della bocciofila. Certo qui non si gioca da tempo, però magari con l’aiuto del Comune e di qualche sponsor le piste possono tornare a nuova vita». Resta il dispiacere per la perdita di un luogo simbolico. Peraltro ha ricevuto lo sfratto da via Balestra anche l’associazione nazionale Reduci e combattenti. «È un peccato – commenta Matteo Dominioni, storico comasco già impegnato nell’istituto Pier Amato Perretta e nell’Anpi – quel luogo è un serbatoio di memoria. Tutti abbiamo o abbiamo avuto nonni e bisnonni che ricordano la leva obbligatoria, che hanno perso la vita o ne hanno salvate altre nel buio periodo delle guerre. Chiudere questo posto è triste e discutibile. La storia è fatta di racconti, di gioie, di generazioni e di carne e dunque va conservata con cura».

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