Uscì di cella, subito una rapina
Condannato a due anni e mezzo

La sentenza: minacciò un bambino dicendogli: «Sparo a tuo papà» Pena patteggiata per un uomo di Civiglio. Il giudice: vada ai domiciliari

Como

Era rimasto fuori dal carcere il tempo necessario di una sanzione per ubriachezza molesta e l’arresto per una rapina impropria in un negozio di telefonia. Ieri mattina ha patteggiato una pena a due anni e mezzo di carcere e ottenuto la possibilità di tornare agli arresti domiciliari. Protagonista è un uomo di 32 anni residente a Civiglio, comparso ieri mattina a processo per direttissima in Tribunale a Como.

Fuori e dentro il carcere

L’arresto risale a un paio di settimane fa, quando il comasco - già noto alle forze di polizia per una serie di precedenti penali - è uscito dal carcere dopo aver scontato la sua condanna.

Ma non è rimasto fuori dal Bassone per molto tempo. Infatti già poche ore dopo aver varcato le soglie della casa circondariale, era riuscito ad attirare l’attenzione dei poliziotti della squadra volante.

In pieno centro storico, causa eccesso di alcol, aveva dato spettacolo in via Vittorio Emanuele costringendo gli agenti a intervenire. Dopo essere uscito dalla Questura, poi, aveva pensato di fermarsi in via Cadorna per prendere un telefono cellulare. Quindi era entrato nel negozio di telefonia gestito da un uomo di origini pakistane, e aveva cercato di allontanarsi senza pagare un telefono del valore di 25 euro. Sorpreso dal proprietario, aveva reagito minacciandolo di morte. Quindi se l’era presa pure con il figlio dell’uomo, dicendogli: «Dì a tuo padre che gli sparo in testa». Ancora una volta erano dovuti intervenire i poliziotti della squadra volante della Questura cittadina, che avevano ammanettato il trentaduenne di Civiglio e lo avevano riportato in carcere al Bassone.

Il processo

Ieri l’uomo è tornato in Tribunale, dopo che il suo avvocato - il legale Cristian Mazzeo - aveva chiesto i termini a difesa per poter proporre al pubblico ministero un possibile patteggiamento. Accordo raggiunto e ratificato nella mattinata di ieri dal giudice: due anni e mezzo di reclusione.

In attesa che la condanna passi in giudicato, il magistrato gli ha comunque concesso gli arresti domiciliar. Che, così, ha potuto far ritorno a casa.

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