Valduce, ecco i rinforzi. Infermieri e medici dal Sudamerica

Sanità Un primo contingente di nove tra infermieri e medici è entrato in servizio all’ospedale di via Dante. Arrivano da Perù, Bolivia, Argentina

Un primo contingente di infermieri e medici è arrivato al Valduce per garantire il ricambio del personale.

I nuovi operatori, in tutto nove, arrivano principalmente dal Perù, ma anche dalla Bolivia e dall’Argentina. La direzione ospedaliera ha utilizzato la mediazione di una agenzia di lavoro che opera attorno a Lima per reclutare nuove risorse che altrimenti è impossibile reperire sul nostro territorio. La difficoltà sta negli ostacoli burocratici, le lunghe attese per permessi e carte bollate.

Per alcune di queste giovani infermiere lavorare in Italia in riva al lago di Como è un sogno.

«Ho sempre voluto studiare in Europa – racconta Kayli Vargas, 26 anni da Apurimac, nei dintorni della capitale peruviana – e iniziare a svolgere la mia professione in Italia, in Francia o in Inghilterra. Il vostro è un bel Paese, per me questa è un’opportunità. Ora che mi sono laureata e ho fatto le prime esperienze in ospedali pubblici e privati, contattata dall’agenzia di mediazione ho subito accettato». In Perù il sistema sanitario offre meno garanzie ai lavoratori. «È da quando sono bambina che sogno di fare un viaggio in Italia – dice Shirley Rodriguez, anche lei infermiera peruviana specializzata per il reparto di terapia intensiva –. Da noi in ospedale pagano male e con mesi di ritardo. I contratti non sono stabili, cambiano sempre le condizioni, non ci sono coperture sanitarie e pensionistiche. Da qui potrò aiutare economicamente i miei genitori».

Tutte raccontano di avere fratelli e sorelle minori a casa ed anche figli. «Io ho lavorato per alcuni anni a Verona, poi però per un problema personale sono dovuta rientrare – spiega Virginia Laime Siacara, 43 anni dalla Bolivia – Grazie al Valduce vorrei trovare una stabilità. Così da portare qui i miei tre bambini e mio marito». L’ospedale offre alle nuove infermiere dopo i primi sei mesi un contratto a tempo indeterminato e spera che restino a lungo in forze ai reparti a cui sono state assegnate. Per aiutare queste lavoratrici il Valduce mette gratis a disposizione degli alloggi per sei mesi. All’agenzia di mediazione l’ospedale riconosce una provvigione. Questa agenzia è specializzata nel reperimento della mano d’opera verso il nord Italia, in nove casi su dieci si tratta di personale del comparto sanitario. «Ho detto subito sì all’offerta di lavoro in Italia – racconta Xiomy Yancaya Hernandez, da Lima –, è un passo importante nella nostra carriera professionale. Ma è anche un progetto di vita: io vorrei restare qui per sempre e mettere radici».

In Pronto soccorso hanno preso servizio due giovani medici: David Carrizzales, peruviano e Franco Chiambretto, argentino. Entrambi non hanno avuto bisogno di mediatori e di complicati permessi perché i loro nonni sono di origine italiana e dunque hanno sfruttato un passaggio più rapido. L’ospedale da gennaio sta cercando di inserire altri due medici colombiani, ma le pratiche sono ferme tra ambasciate e prefetture. Altre tre infermiere peruviane sono già da qualche settimana al lavoro al Valduce. «E altre ancora speriamo di riuscire ad assumerne – dice Riccardo Bertoletti, il direttore sanitario –. Tramite i normali canali in Italia non ne troviamo più. Apriremo comunque un concorso per infermieri, ma in genere non si presentano abbastanza candidati. Per noi questo è un investimento». La Regione Lombardia come pure il Ministero della Salute hanno indicato questa strada. Trovare all’estero i professionisti sanitari che mancano qui in Italia.

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