Veglia funebre in teatro. Polemica a Rebbio, ma è tutto in regola

In parrocchia Cerimonia nell’atrio dell’edificio in via Lissi. Molte segnalazioni e critiche contro don Giusto Della Valle. L’impresa: «Ats e Comune avvisati come da normativa»

Como

Nuove polemiche si sono scatenate contro la parrocchia di Rebbio e il prete che la gestisce, don Giusto Della Valle, dopo una veglia funebre che si è tenuta nel weekend per una volontaria nota in parrocchia.

Una veglia sentita, a cui hanno preso parte diverse persone del quartiere e non solo per un ultimo saluto. Ma anche una veglia che non è passata inosservata perché si è svolta nell’atrio del Teatro Nuovo di Rebbio, sul quale pende da fine novembre 2024 un’ordinanza «di divieto prosecuzione attività pubblico spettacolo, a qualunque titolo, anche gratuito nel locale di via A. Lissi, n.9 all’insegna “Teatro Nuovo di Rebbio”». L’ordinanza è stata accompagnata nell’ultimo anno da una forte resistenza da parte della parrocchia, che utilizza il teatro per spettacoli con scopi solidali, contro la posizione del Comune, approdando sui banchi dei giudici amministrativi.

L’ordinanza infatti è stata firmata dopo un parere della commissione comunale di vigilanza pubblici spettacoli (l’organo pubblico incaricato di intervenire su locali o eventi pubblici dedicati all’intrattenimento, di cui fanno parte anche i Vigili del fuoco) che chiedeva alla parrocchia di mettere l’edificio a norma secondo le indicazioni della prevenzione incendi, per garantire la sicurezza all’interno dell’edificio.

Dopo un intervento della polizia locale nel teatro, a gennaio, durante una serata organizzata dalla parrocchia per raccogliere fondi ma dopo che l’ordinanza era stata già emessa, le attività del teatro sono rimaste ferme e la parrocchia, che ne è proprietaria, ha proceduto ai lavori per l’adeguamento alla normativa.

La veglia organizzata nel weekend nell’atrio della struttura - e non, come segnalato da alcuni residenti, nella sala principale dove si trova il palcoscenico - ha suscitato però polemiche da parte di chi ritiene che il teatro non debba essere utilizzato in alcun modo fino al rilascio delle opportune autorizzazioni da parte del Comune. Non solo, tra le segnalazioni arrivate dal quartiere negli ultimi giorni c’è stato anche chi ha messo in dubbio l’opportunità di organizzare la veglia in uno spazio come quello del teatro.

Tuttavia, in Italia non esiste una norma che vieti espressamente di allestire una camera ardente in un teatro (o in qualsiasi altro luogo non religioso), previa, comunicazione al Comune. Un altro ente che deve essere informato è l’Ats, per verificare le condizioni igienico sanitarie dell’ambiente. Due passaggi che di norma vengono svolti dall’impresa funebre. Esattamente come è accaduto in questa occasione: l’impresa racconta infatti che ogni cosa è stata fatta in linea con la normativa regionale sul tema.

Per quanto riguarda la situazione specifica del teatro, va detto che la veglia non è un’attività di pubblico spettacolo, e quindi non è vietata dall’ordinanza di Palazzo Cernezzi, e perdipiù si è svolta nel foyer del teatro, con la maggior parte delle persone presenti piedi fuori dalla porta o sulla soglia.

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