Via ai test di medicina in università anche all’Insubria, il 60% degli studenti resterà escluso

Le opinioni Tra chi pensa che sia una scelta corretta e chi invece la critica fortemente, gli universitari comaschi sono alle prese con l’esame di passaggio

Como

Al nuovo test di medicina, inserito dopo tre mesi dall’inizio del percorso universitario, ha speranza di passare meno di uno studente su due.

Giunti ormai a fine novembre, all’indomani del primo esame per superare il nuovo semestre filtro del corso di laurea in medicina, i commenti degli universitari comaschi sono abbastanza divisi. C’è chi si lamenta per questi primi mesi che rischiano di essere buttati via, almeno per le matricole che non dovessero passare le prove, e chi invece afferma di preferire l’attuale modalità di selezione ai più causali test, prima tanto criticati, che per anni sono stati effettuati a settembre, prima dell’immatricolazione.

Come funziona ora

Per Varese e Como, all’università dell’Insubria, si sono presentati agli esami di passaggio che si sono svolti giovedì 465 studenti, ma gli iscritti erano 478 e in totale le matricole di medicina dell’Insubria quest’anno sono 573.

Con il semestre filtro non c’è più il numero chiuso all’atto dell’iscrizione, ma i banchi restano contingentati una volta conclusi questi primi esami. Esami rapidi scritti con domande brevi e a crocette in chimica, biologia e fisica. Un secondo appello è in programma per il 10 dicembre.

I posti all’università dell’Insubria sono 220 più 21 in odontoiatria. Gli studenti con i punteggi più alti possono sperare di conquistare le prime posizioni della graduatoria nazionale. Dopo il semestre filtro, infatti, in base alla posizione in graduatoria, ciascuno studente può indicare fino a dieci atenei dove proseguire i corsi. Gli esclusi possono scegliere, solo se hanno superato anche solo con il minimo i primi tre esami, altre lauree di ambito sanitario e scientifico, da biologia a infermieristica. I bocciati invece devono abbandonare. A livello nazionale sono 54mila gli studenti iscritti che si trovano a concorrere per 22mila posti, dunque meno del 50% dei candidati riuscirà a passare.

«All’Insubria non hanno barato»

Dopo questa prima fase del semestre filtro, però, in diverse parti d’Italia si sono verificati casi di studenti che hanno copiato, anche con soluzioni piuttosto ingegnose. «Da noi invece tutto si è svolto in maniera regolare – precisa Francesca Angela Rovera, presidente della scuola di medicina dell’università dell’Insubria – mentre è noto che in altri atenei alcuni risultati siano stati successivamente pubblicati sui social. Da noi non ci saranno ripercussioni. Confido che i candidati partecipino anche alla successiva seduta. L’ateneo ha fatto di tutto per cercare di organizzare al meglio lezioni ed esami». E questo nonostante la grande mole di matricole e la carenza di spazi.

«Chimica era difficile, biologia più facile, fisica ero meno preparato e ci riproverò – racconta Leonardo Ponzini, studente comasco – Le statistiche dicono che meno del 50% di noi ce la farà. Resta la scelta di un corso affine, sperando di non restare con le mani in mano in caso di bocciatura. Penso che questi mesi siano comunque stati formativi: mi hanno dato un’infarinatura, meglio del test casuale di settembre. Spero però di proseguire».

La posizione delle associazioni degli studenti è più critica. «Noi bocciamo il semestre filtro – dice per gli studenti indipendenti lombardi di Link Leonard Simoni – Crea difficoltà alle università, agli studenti bocciati che perdono mesi se non un anno. Certo che il vecchio test generico era pessimo, bisognava però costruire qualcosa di più ragionevole, senza perdere per strada matricole. Siamo convinti che la strada migliore sia abolire il numero chiuso per dare a tutti l’opportunità di diventare medici ,in un momento storico nel quale la sanità è in grave sofferenza per la carenza di personale».

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