
Cronaca / Como città
Mercoledì 16 Luglio 2025
Via Perti, i genitori a Rapinese: «Dice che è marcia? La sistemi»
Scuola L’ente provinciale e il portavoce dei genitori rispondono al sindaco - Bongiasca: «La Provincia non impone un iter ai Comuni. Ha un ruolo tecnico»
Botta e risposta, a distanza, tra il sindaco Alessandro Rapinese, il presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca e il presidente dell’associazione Nova Como Vincenzo Falanga (tra i genitori che hanno fatto i due ricorsi al Tar per la chiusura della scuola di via Perti e dell’asilo Carluccio).
Rapinese ha attaccato il numero uno di Villa Saporiti citando la comunicazione in cui la Provincia parlava di delibera di giunta («tutte le giunte dei Comuni coinvolti deliberino la modifica alla rete scolastica citando nelle premesse del provvedimento il parere espresso dalle scuole») e dicendo che il Tar ha contestato proprio la competenza, sostenendo sia del consiglio. E poi ha aggiunto: «Mi stanno obbligando a tenere aperte scuole marce».
Il primo a rispondere è Bongiasca: «Le Province, in base alla normativa vigente, non hanno competenza nel merito delle decisioni assunte dai singoli Comuni in materia di rete scolastica, né possono interferire con l’autonomia degli Istituti comprensivi o degli organi consiliari comunali. Il ruolo della Provincia è tecnico e di coordinamento: ci limitiamo a raccogliere gli atti deliberativi approvati dai Comuni e a trasmetterli alla Regione Lombardia, nel rispetto delle procedure stabilite». E sulla competenza: «È prassi consolidata che tali atti vengano approvati dalle giunte comunali, assunte comunque sulla base di indirizzi generali del consiglio comunale che sono espressi da altri atti di programmazione». Prende inoltre le distanze dall’iter: «La Provincia non ha mai imposto modelli procedurali. Ha esercitato il proprio compito istituzionale di raccordo tra i livelli amministrativi, senza entrare nel merito delle decisioni assunte localmente. Il Tar, autorità superiore sia al Comune che alla Provincia, ha stabilito che l’impatto prodotto dalla proposta del Comune era tale da richiedere una deliberazione del consiglio . Si tratta di una valutazione di legittimità che la Provincia non è titolata a compiere».
Falanga dal canto suo non raccoglie le provocazioni di Rapinese (il sindaco aveva evidenziato come il presidente di Nova Como sia un dipendente proprio di Villa Saporiti), ma ha inviato una lettera al sindaco. Parla di come appaia «singolare il continuo mutamento delle motivazioni a giustificazione della chiusura dei plessi che un giorno vengono ricondotte al fenomeno della denatalità, e un altro alla presunta inagibilità degli edifici». Poi la richiesta: «Alla luce della determinazione del Tar, appare ora imprescindibile dare piena e immediata attuazione alle due sentenze. Ciò comporta, da parte sua, la responsabilità di includere i plessi in oggetto nei piani di manutenzione ordinaria e straordinaria». E ancora: «Riteniamo strumentali, infondate e non più ricevibili le descrizioni sulle condizioni dei due plessi coinvolti che necessitano di manutenzione ordinaria e straordinaria, di cui il Comune ha il dovere di farsi carico in quanto, rispetto alla sicurezza degli utenti non sussiste alcuna possibilità di mediazione». Poi chiude dicendo che senza manutenzioni «sarà evidente che ogni eventuale conseguenza sarà interamente imputabile a chi detiene le competenze, le responsabilità e il dovere di garantire la sicurezza».
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