Via Sirtori, ultimi giorni del dormitorio
Caritas: «Per ora nessuna soluzione»

Como: molte persone si ritroveranno senza un tetto, il Comune non ha trovato spazi. «Pronti a dare un contributo, ma in ottica di condivisione e non di supplenza alle istituzioni»

Da ieri i dormitori della Caritas hanno ridotto l’orario alla sola fascia notturna, da lunedì prossimo il tendone nel cortile del centro Cardinal Ferrari e il vicino centro accoglienza in via Sirtori chiuderanno definitivamente. Questo significa che gli attuali 70 ospiti non avranno più un posto dove trascorrere la notte.

Senzatetto a San Francesco

Nel frattempo sotto ai portici di San Francesco sono tornati da una settimana una dozzina di senzatetto. Il Comune ragiona da un anno sull’apertura di una nuova struttura senza però essere arrivato finora a una soluzione. «I dormitori del cosiddetto “piano emergenza freddo” si avviano verso la chiusura – spiega in un comunicato la Caritas diocesana -. Quelli appena trascorsi sono stati mesi davvero intensi in cui la Caritas si è fatta carico dello sforzo umano ed economico di garantire l’estensione oraria del servizio, a tutela della salute degli ospiti e della collettività, per un periodo di oltre due mesi in più rispetto a quanto previsto nelle normalità attività invernali. Le caratteristiche delle strutture, degli spazi in cui sorgono e il tipo di servizio proposto, la cui progettualità, ricordiamo, è legata alla temporaneità dell’inverno, non consentono un ulteriore prolungamento. Siamo consapevoli di come molte delle persone che erano fino ad oggi accolte nei dormitori si ritroveranno senza un tetto». La Caritas invita dunque a una riflessione, per rispondere ai bisogni degli ultimi e per capire le cause che generano l’esclusione. Per la Caritas non basta offrire un posto dove trascorrere la notte, bisogna lavorare per costruire dei percorsi per uscire dalla marginalità. Lavoro, relazioni, formazione.

«A partire da questa riflessione invitiamo tutti - si legge nel comunicato - a guardare al prossimo inverno quando, come anticipato, gli spazi del Cardinal Ferrari non saranno più disponibili e si dovrà trovare una soluzione alternativa per dare un riparo ai senza dimora che vivono in città. Come sempre la rete Caritas è pronta a dare il proprio contributo, in un’ottica di condivisione e non di supplenza alle istituzioni del territorio, con cui è aperto un dialogo che, ad oggi, non ha però ancora portato a soluzioni percorribili». Resta aperto il dormitorio comunale di via Napoleona da Caritas e il centro accoglienza dei missionari Comboniani di Rebbio, dove è in corso una riqualifiazione per allargare gli spazi. Funziona sempre il servizio mensa in modalità da asporto: sono 15mila i sacchetti distribuiti durante l’emergenza. L’assessore ai servizi sociali Angela Corengia fa sapere solo che a breve, appena sarà superata la fase due dell’epidemia, verrà riconvocato il tavolo per la grave marginalità con enti e associazioni per dialogare sul futuro dormitorio.

Le strutture attive

Palazzo Cernezzi attraverso l’ufficio comunicazione ricorda anche che fino a fine giugno è attivo il dormitorio nella palestra di via Perti che con la collaborazione dei Padri Somaschi ha sgravato il tendone dell’emergenza freddo con una ventina di letti. L’ amministrazione ricorda anche che la città è proprietaria ed erogatrice del dormitorio di via Napoleona e ha sostenuto le iniziative portate avanti da Caritas, a cui aveva chiesto la proroga di via Sirtori fino al 30 giugno. Uno dei nodi sotto la lente è la presenza di persone senza permesso tra gli ospiti dell’emergenza freddo. n 
S. Bac.

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