Viadotto, i lavori a un’azienda di Roma
Si parte a fine gennaio per dieci mesi

Lo “sconto” è di 400mila euro: il costo della messa in sicurezza scende a 1,2 milioni. L’assessore: «Tutte le chiusure saranno programmate nei weekend»

Sarà l’azienda romana Mavi a mettere in sicurezza il viadotto dei Lavatoi con l’obiettivo di arrivare, a novembre dell’anno prossimo, alla riapertura al transito dei mezzi pesanti e alla rimozione di tutte le barriere agli ingressi. L’impresa si è infatti aggiudicata il maxi appalto da 1,6 milioni di euro applicando uno sconto pari al 26,57% e portando quindi la cifra che dovrà spendere Palazzo Cernezzi a 1,2 milioni circa.

Le procedure

Alla gara si erano presentati 33 operatori del settore. Subito ne erano stati ammessi 29, mentre per gli altri quattro sono state chieste integrazioni nei documenti: alla fine soltanto un’azienda non è stata ammessa. Complessivamente 14 imprese sono state escluse per «troppo ribasso» (nel caso limite lo sconto arrivava al 31,172%).

Ora dovranno essere completate le procedure burocratiche con la sottoscrizione del contratto e con l’indicazione dei collaudatori: la partenza del cantiere sarà tra la metà di gennaio e l’inizio di febbraio. Una volta avviati i lavori - una buona parte dei quali riguarderà l’impalcato e, quindi, la parte sottostante alla carreggiata - andranno avanti per 313 giorni, come prevede il progetto. In pratica circa dieci mesi: vorrebbe dire arrivare alla conclusione tra un anno, quindi a novembre del 2021.

L’assessore ai Lavori pubblici Pierangelo Gervasoni precisa che «se non ci saranno intoppi si partirà all’inizio dell’anno e per quanto riguarda l’intervento sono previste modalità di lavoro tali da ridurre il più possibile i disagi, evitando le chiusure nei giorni feriali». Chiusure che, almeno nella seconda fase del cantiere, ci saranno. «È previsto che le lavorazioni che richiedono il divieto di transito - aggiunge - vengano fatte nei fine settimana, quindi il sabato e la domenica».

Quando venne steso il bando, nei mesi scorsi, venne scelta la strada di un cantiere più lungo nel tempo, ma con l’infrastruttura sempre aperta, o quasi. In caso contrario si sarebbero potuti ridurre i tempi (a sei mesi circa) ma chiudendo il viadotto, cosa che avrebbe avuto ripercussioni pesantissime sulla viabilità. Non va dimenticato che, dall’estate del 2017, il viadotto è vietato ai mezzi pesanti poiché sono stati registrati problemi strutturali. Attualmente l’infrastruttura è monitorata 24 ore 24 grazie ad appositi sensori che rilevano qualsiasi variazione, anche minima.

Si dovrò “sollevare” tutto

Tre anni fa, appena insediata la nuova amministrazione, la vicenda è finita anche in tribunale con perizie e analisi. Documenti che sono serviti anche per redigere l’elenco dei lavori necessari per ripristinare le normali condizioni di sicurezza. Parliamo di interventi importanti dal punto di vista ingegneristico: si dovranno sollevare una ad una le imponenti travi sospese che corrono per 660 metri nel vuoto e sostituire tutti gli elementi di appoggio. L’iter ha subito diversi ritardi, dovuti anche alla necessità di adeguarsi alle normative più recenti, anche in materia antisismica, ma adesso la parte burocratica è praticamente conclusa. Ancora un paio di mesi e si vedranno gli operai.

© RIPRODUZIONE RISERVATA