Vigilantes, maxi multa da 8 milioni. Ma il Tar sospende la sanzione

L’inchiesta La cooperativa comasca che fornisce lavoratori a Sicuritalia apre una vertenza con l’Ispettorato del lavoro

Otto milioni e 300mila euro. A tanto ammonta la maxi sanzione che l’Ispettorato del lavoro di Como ha comminato, lo scorso mese di dicembre, alla società comasca Servizi Fiduciari di via Martino Anzi, cooperativa che fornisce in via esclusiva vigilantes non armati a Sicuritalia. Una sanzione il cui pagamento, però, i giudici del Tar hanno sospeso - in attesa di entrare nel merito - accogliendo il ricorso dei legali della società.

In un verbale di accertamento l’Ispettorato del lavoro di via Bellinzona contesta tutta una serie di presunte irregolarità sul fronte del rispetto del contratto del lavoro a danno dei soci-lavoratori. Al centro della contestazione lo stato di crisi denunciato dalla cooperativa, nonostante tra il 2016 e il 2021 abbia portato la sua forza lavoro da 1500 a oltre 4mila persone. Stato di crisi che avrebbe consentito alla cooperativa di derogare al rispetto di una serie di voci dello stipendio dei lavoratori, arrivando a omettere il pagamento di contributi (secondo il calcolo degli ispettori del lavoro, formalmente contestato alla società) per 5,3 milioni di euro.

Com’è noto, e come abbiamo scritto nei giorni scorsi, il Tribunale di Milano ha messo di fatto sotto amministrazione controllata la società cooperativa comasca, contestando all’amministratore delegato, Nicola Diamante, l’ipotesi di reato di caporalato di lavoro. In sostanza, secondo la Procura di Milano e secondo il giudice che ha firmato il provvedimento, la Servizi Fiduciari Società Cooperativa avrebbe approfittato dello stato di bisogno di centinaia - se non migliaia - di lavoratori per costringerli a prestare la propria opera presso clienti di Sicuritalia per una paga oraria di 5,4 euro lordi l’ora.

Già nei primi giorni di gennaio la Servizi Fiduciari aveva presentato una serie di ricorsi: il primo allo stesso ispettorato del lavoro. Il secondo alla giustizia amministrativa. E proprio il tar ha dato ragione - almeno a titolo cautelare, senza entrare per ora nel merito - alla tesi della cooperativa (che Confcooperative Insubria ha tenuto sottolineare non essere tra le società loro associate, pur avendo sede allo stesso indirizzo di via Martino Anzi 8 e pur se il collegio sindacale è interamente composto da dirigenti e consulenti della stessa associazione, a partire dal presidente Piscitelli che è direttore dei servizi aziendali di Confcooperative).

Tornando al ricorso, la Servizi Fiduciari ha in particolare sottolineato come già altri Tar avessero accolto ricorsi su sanzioni analoghe di altri Ispettorati del lavoro; che la paga contestata è prevista dal contratto di lavoro e che, pur conoscendo dell’esistenza di un filone di controversie intentate dai lavoratori per il mancato rispetto della Costituzione (quello sulla retribuzione sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa), la società ha applicato le norme; e ancora che il piano di crisi contestato era invece legittimo e infine che l’Ispettorato del lavoro ha abusato del proprio potere.

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