La tragedia di Villa Geno, ecco cosa può rivelare l’esame della scatola nera

L’inchiesta La risposta sul giallo nell’analisi dei dati. L’esperto: «Potrà spiegare se sull’accelerazione ha influito l’uso dei pedali o un’anomalia del motore»

Il consulente del pubblico ministero chiamato a ispezionare il Suv Mercedes caduto nel Lago di Como sabato di una settimana fa, non lasciando scampo a Morgan Algeri che era al volante e a Tiziana Tozzo che era in macchina con lui, non ha ancora iniziato i lavori di analisi della scatola nera della vettura. Ha visionato i luoghi, misurato le distanze, guardato già una prima volta l’auto ma le operazioni più importanti, quelle che dovranno rispondere alle troppe domande ancora sospese, non sono ancora iniziate.

A palazzo di giustizia

Il consulente del pm ha già anche fatto visita al palazzo di giustizia cittadino, acquisendo gli atti del fascicolo portato avanti dalla squadra Mobile, per poter avere tutta la documentazione necessaria a portare a termine i propri lavori. Ma cosa ci si può aspettare dall’analisi della scatola nera, e di cosa si tratta con precisione?

«E’ una strumentazione che registra tutti i parametri “vitali” della vettura – commenta Carlo Sidoli, già direttore (oggi in pensione) del Centro Prove di Quattroruote – Tutte le spie, l’acqua, l’olio, la temperatura, il cambio, passano da quella scatola che dunque potrà fotografare quello che è avvenuto». Insomma, grazie a quella apparecchiatura che abbiamo definito “scatola nera”, mutuando il termine da quello utilizzato per gli aerei (in fondo ha un po’ la stessa funzione) il consulente della procura potrà dare risposte a diverse domande, a partire dalla velocità di impatto della vettura contro i diversi ostacoli incontrati, la panchina, il parapetto, eccetera. Non solo, ma potrà anche spiegare verosimilmente se l’eventuale accelerazione sia avvenuta in seguito alla pressione del pedale oppure per un anomalo aumento di giri del motore.

Tra l’altro, un modello come quello caduto nel lago, con il cambio automatico, ha una partenza anche senza accelerare basata sui giri minimi del motore, 800, muovendosi autonomamente ad una velocità «bassa, andando a passo d’uomo, ma in quel caso deve per forza esserci stata un’accelerazione».

Il codice dell’errore

Non solo, prosegue Sidoli, perché la scatola nera potrebbe anche aver registrato «il codice eventuale di errore». Si tratta di quelle scritte, spesso numeriche, che compaiono sulle auto e sulle moto e che identificano una problematica generica che poi dovrà ulteriormente essere approfondita. «Insomma, l’analisi dei dati potrà essere molto utile – conclude Sidoli – e dare una risposta a quanto accaduto, registrando tanti dati come la velocità, l’impatto, la marcia inserita, ma anche altri parametri del motore».

Il consulente del pm Salvatore Furfaro non ha ancora iniziato le operazioni ma la settimana buona potrebbe essere la prossima. Dovrebbe essere questo l’ultimo passo da compiere per cercare di dare una risposta alle due famiglie distrutte dal dolore che ancora non riescono a comprendere quello che possa essere accaduto in fondo a viale Geno.

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